15 Ott 2012

Siamo uomini o caporali? Cittadini o re?

Messaggio anonimo n. 15

Un
amico ha trovato, e poi appeso in casa, una vecchia targhetta metallica con su
scritto: «La persona civile non sputa in
terra e non bestemmia»
. Il messaggio – a cura del Comitato Centrale
Antiblasfemo – appartiene a un’epoca in cui c’era ancora il re. Un’epoca in
cui, senza imporre né sanzionare, si riteneva ancora di dover dare indicazioni
di comportamento. Come se poche parole, ben dette, fossero capaci di educare.

Poi,
da una certa data (di cui nessuno ha memoria), si è smesso: forse la gente era
diventata civile o forse non c’è stata più fiducia che lo potesse diventare. O
forse s’è pensato che, quando sono civili, i richiami all’ordine sono anche
inascoltati (come tutto ciò che sa di facoltativo).

Eppure,
sulle scale mobili della metropolitana di Madrid, abbiamo notato dei cartelli –
mai visti in Italia – che con cortesia invitano a «stare sul lato destro», per lasciare quello sinistro a chi va di
fretta.

In
Italia se ne fa a meno. Per schivare facili battute su destra e sinistra? Perché i problemi sono «ben altri»? O perché sarebbe lesa maestà? Siamo per la n. 3: quando l’italiano
occupa un posto, ne diventa il re. In ufficio, ma anche in spiaggia, al parco,
al parcheggio e perfino sul marciapiede. Da dove s’è piazzato, l’italiano non
si schioda di un millimetro e, se osi chiedergli spazio per passare, manco si
scansa.

Se
non c’è da rimpiangere il re, c’è però da piangere a vedere quanta gente sia
convinta d’esserlo. Per questo sarebbe bello vedere dei nuovi segnali, non invadenti
e non aggressivi: non per vietare ma per ricordare che, in Italia, monarchia e
sudditi sono finiti da un pezzo.

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