19 Nov 2012

Le bocche della verità

Messaggio anonimo n. 20

Ci
sono persone con una spiccata vocazione a dire quanto la sanno lunga. E a
proclamare a voce alta i loro “segreti”, convinti che gli altri non ci
sarebbero mai arrivati. Come i bambini che svelano ai coetanei chi porta i regali di Natale.

Questi
spegnitori d’illusioni, che si illudono di lavorare per il trionfo della
verità, non si accorgono d’essere – oltre che dei guastafeste – dei seminatori
di negatività, spacciata per sano realismo. I realisti hanno sempre un cane che
fa la cacca dove passano i sognatori. Ok, credono che la vita sia brutta e che
il male trionfi. Ma non si accontentano di pensarlo: vogliono anche far
proseliti alla propria fede. Per cui, non appena vedono qualcuno accendersi di
gioia e di bellezza, sono pronti a gettare acqua sul fuoco.

Se
dall’autobus scende una donna incinta, lo spegnitore sbotta: «Ah, non la invidio proprio!». Anziché
esser felice e felicitarsi, vede la nuova creatura come problema, mai come
risorsa. Al pompiere va subito in soccorso un altro pompiere: «Beh, meglio di una malattia è». Che non
migliora la situazione e la dice lunga sull’incapacità di entusiasmarsi.

Infine
una scritta vista alla stazione di Campo Ligure: «Fedele Cornuto». Un nome e un cognome? No, una causa e un effetto.
Ovviamente secondo gli spegnitori, che mettono in guardia dalla fedeltà e dalle
sue conseguenze. Sì, si illudono d’essere anche educatori, i pompieri. In
realtà, sono abili solo a condensare in due termini l’ideologia del tradimento:
a chi ha fede nel nulla basta un niente di parole.

Osserviamo
meglio, d’ora in poi, la piega della bocca che ci parla. Quand’è costantemente
all’insù, c’è da stare in guardia perché è presumibile che stia per promettere
o propinare qualcosa. Ma, quand’è costantemente all’ingiù, c’è da dubitare che
sia una bocca della verità.

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