Allenare la mente e il cuore/1. La consapevolezza di sé

A star bene con se stessi e con gli altri si impara, allenando le proprie competenze socio-emotive. La prima competenza è la consapevolezza di sé, delle proprie emozioni, del loro significato. Ecco come farla crescere

In un mio precedente articolo avevo affermato che se vogliamo società più giuste, sostenibili e pacifiche dobbiamo preoccuparci della formazione socio-emotiva dei bambini, dei ragazzi, ma anche e soprattutto di noi adulti.

Essere competenti socio-emotivamente significa saper usare tutte quelle conoscenze, abilità e atteggiamenti che servono a star bene con se stessi e con gli altri in diversi contesti e situazioni, con sempre più consapevolezza, autonomia e responsabilità. Dunque, ho pensato che sarebbe stato interessante proporre un ciclo di 5 brevi articoli in cui descrivere ogni ambito di competenza socio-emotiva (consapevolezza di sé, gestione di sé, consapevolezza sociale, competenza relazionale, prendere decisioni responsabili) e offrire per ciascuna alcuni suggerimenti su come promuovere alcune conoscenze ed allenare abilità legate alla propria sfera emotiva e relazionale.

La consapevolezza di sé

Il primo ambito di competenza è la consapevolezza di sé, che si identifica come l’insieme di abilità, conoscenze e atteggiamenti che riguardano il riconoscimento delle proprie emozioni, delle proprie caratteristiche personali, dei propri interessi, delle proprie azioni, dei propri punti di forza e di debolezza, delle proprie passioni, dei propri dubbi.

Essere consapevoli di sé significa essere in grado di riconoscere e descrivere una vasta gamma di emozioni provate e cogliere cosa le ha suscitate anche usando “l’Io-messaggio” (Mi sento…quando….perchè….); identificare le proprie reazioni fisiche allo stress (es. stato di allerta, incremento del battito cardiaco ecc.) e le reazioni emotive; descrivere le strategie che si usano per affrontare le situazioni; riconoscere e spiegare i propri punti forza e i propri punti deboli, quello che appassiona e ciò che si ritiene difficile da affrontare. Renderci consapevoli di noi ci aiuta a migliorare il nostro senso di auto efficacia e in generale l’autostima.

Fermarsi e interrogarsi

Come aumentare la nostra competenza rispetto a tutto questo?

L’azione principale da compiere per essere consapevoli è fermarsi a riflettere su di noi e sul nostro modo di agire, sulle nostre emozioni, desideri, punti forza e punti deboli. A questo scopo è molto utile avere a disposizione una serie di domande che possono indurre la riflessione. Eccone alcune:  domande del tipo: «Cosa è successo oggi? Come mi sono sentita/o quando…? In che modo ho agito? Mi è piaciuto il modo in cui ho agito? Se sì perché/Se no perché? Cosa avrei potuto fare di diverso?». Per cogliere meglio i nostri punti forza e punti deboli, i nostri desideri o dubbi, possiamo farci domande del tipo: «In che cosa mi sento molto capace? In che cosa mi sento incapace? In quali occasioni mi sento più a mio agio e riesco meglio? In quali, le cose che so fare di solito non mi riescono? Quali pensieri o immagini mentali mi muovono all’azione, mi motivano a fare? Cosa invece mi blocca? Cosa mi demotiva?». Per cogliere le nostre preferenze, sarebbe utile chiederci sempre il perché delle piccole grandi scelte che facciamo.

La ruota delle emozioni

Per aumentare il nostro vocabolario emotivo e migliorare la capacità di identificare le emozioni ci può essere utile uno strumento come la ruota delle emozioni elaborata da Gloria Willcox (2017) che riporta le emozioni principali e le sfumature legate ad esse. Andare alla ruota e selezionare l’emozione che proviamo può aiutarci a coglierla in maniera più chiara (per ogni emozione è riportata la sua definizione) e magari accorgerci che la “gradazione” emotiva non è calzante e possiamo nominare diversamente quello che proviamo. Il riconoscere le emozioni ci può aiutare a cogliere come mai le sentiamo, che informazioni ci offrono di quello che stiamo vivendo dentro e fuori. Può quindi aiutarci a fidarci di più di noi e di quello che sentiamo e ad usare l’energia delle emozioni per cogliere come agire in futuro evitando di convincerci erroneamente che le emozioni siano qualcosa di ingestibile e travolgente, impossibili da controllare.

l’IO-messaggio emotivo

L’IO-messaggio emotivo è una struttura linguistica che ci permette di assumerci la responsabilità di quello che sentiamo, di esprimerci verbalmente dando più valore a ciò che sentiamo, di riconoscerlo ulteriormente, dargli forma e quindi poi imparare a gestirlo. L’Io-messaggio emotivo ha la seguente struttura: «Mi sento… quando…perché…». Ad esempio: «Mi sento triste quando mi dici che non vuoi parlare con me perché non ne capisco le motivazioni e inizio a pensare a tante ipotesi», «Mi sento irritata quando ti vedo sorridere senza parlare, perché mi sembra che tu stia pensando a qualcosa di offensivo nei mei confronti, come se stessi ridendo di me», eccetera. Il quando richiede la descrizione della situazione che vediamo (attenzione ad essere descrittivi nel linguaggio), il perché richiede le motivazioni che sottendono la nostra emozione. Distinguere tra situazione e motivazioni, ci aiuta a discriminare, a riconoscere che qualcosa, per esempio, non ci irrita sempre, ma solo in alcuni contesti e con alcune persone e questo ci aiuta a migliorare la gestione delle nostre azioni.

È molto importante allenarsi ad usare l’Io-messaggio perché permette a chi ci ascolta di non sentirsi accusato/a delle nostre emozioni e di cogliere in modo più chiaro ciò che sentiamo, e quindi di poter entrare in un dialogo più sincero, profondo e costruttivo.

Ci sono tanti altri modi per allenare la consapevolezza di noi, di certo bisogna ricordare che allenarsi significa dare uno spazio giornaliero all’esercizio di quell’allenamento, ognuno di noi può creativamente trovare altri esercizi. Costanza, coerenza e perseveranza possono fare la differenza… provare per credere! Alla prossima.

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