The black side of Hollywood

All'hotel Onomo di Dakar Omar Victor Diop, autore senegalese, e Antoine Tempe, artista franco-americano, rivisitano le scene classiche di Hollywood in chiave afro

Cinema. Un amore viscerale, a prima vista, senza confini di identità,
razze, nazioni.

Il cinema è sogno allo stato puro, ma anche riflessione, e
soprattutto rappresenta un insieme di simboli riconosciuti in tutte
le società, con divi cult e scene impresse nella memoria di tutti
noi.

Ma cosa succede se questi simboli subiscono variazioni?

Audrey Hepburn con una carnagione più scura sarebbe la stessa icona
di stile?

Lo sanno bene gli artisti Omar Victor Diop, senegalese, e Antoine
Tempe
, franco-americano, che sono stati invitati dalla catena di
hotel Onomo International, a Dakar, per dare il via ad una mostra
molto singolare: fotografare attori di origine africana in pose
rubate alle pellicole più famose del cinema internazionale, in
particolare quello americano. Il progetto si chiama Omonohollywood. 

Dichiara Omar
Victor Diop: «Onomollywood
è una celebrazione del cinema, come disciplina artistica e magica.
Per Antoine e me, ciò che rende grande un film è il fatto che la
forza dei suoi personaggi, la trama e le scene trascendono tutte le
barriere geografiche, temporali e razziali. Un grande film è più di
una serie di sequenze, diventa un momento vissuto in tutto il mondo
da persone che hanno molto poco in comune, ma che permette loro di
sognare”. “L’esempio che faccio sempre – prosegue – è la magia
di un film di James Bond: quando ero un ragazzino, non mi importava
se Roger Moore era bianco o nero, o se era un cittadino britannico,
per me era un eroe. Dopo aver visto ‘A view to a kill’, ho
fermamente creduto che il mio pigiama era uno smoking e che la cucina
di mia mamma era in realtà una giungla di cemento dove avrei
inseguito i criminali, questo è quello che il cinema mi ha regalato,
e continua a regalare anche ora che sono adulto. Un grande film è un
sogno».

Il risultato è sorprendente: più di venti scatti ispirati ai
momenti iconici del grande cinema fanno vedere una Hollywood più
scura, più intrigante, meno scontata, forse più bella.

Da Audrey hepburn a Thelma e Louise, passando per Flashdance e
Matrix
, gli scatti prendono vita e dicono una cosa sola: le icone non
dipendono dal colore della pelle. E’ l’immaginario collettivo a
renderle celebri e dense di significato.

Non sono mancate le critiche di chi ha visto questa
espressione artistica come una specie di vendetta dei neri contro i
bianchi di Hollywood, con commenti razzisti diretti ai due autori.
Persone a cui è evidentemente sfuggito un piccolo particolare: gli
autori sono multietnici e fortunatamente poco inclini ad ascoltare
voci ipocrite.

Il cinema insegna anche questo: aprire gli occhi, affacciarsi verso
il mondo degli altri, è creare qualcosa di meraviglioso.

Volete vedere il mondo con occhi nuovi? Provate intanto a vedere come
si può sorridere, tutti insieme, sui nostri stereotipi.

Il progetto

http://onomollywood.com/

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