La prima coppia ha chiesto al Papa se sia davvero possibile condividere un’intera vita insieme in un mondo in cui molti pensano che questa scelta sia diventata molto esigente.«Oggi tante persone hanno paura di fare scelte definitive» ha risposto il Papa. «Oggi tutto cambia rapidamente, niente dura a lungo e questa mentalità porta tanti che si preparano al matrimonio a dire: stiamo insieme finché dura l’amore e poi tanti saluti! Questo tipo di amore è solo un sentimento, uno stato psico-fisico sul quale non ci si può costruire nulla di solido. L’amore è una relazione, è una realtà che cresce, che si edifica come una casa. Cari fidanzati voi non volete fondare questa casa sulla sabbia dei sentimenti che vanno e vengono ma sulla roccia dell’amore dio Dio. Così come l’amore di Dio è stabile anche l’amore che fonda la famiglia sarà stabile».
«Non facciamoci vincere dalla cultura del provvisorio, una cultura che ci invade tutti. La cultura del provvisorio si cura ogni giorno affidandosi al Signore Gesù in una vita che diventa un cammino spirituale quotidiano fatto da passi piccoli, di crescita comune. Un matrimonio non è riuscito solo se dura ma è importante per la sua qualità. Il Signore moltiplica il vostro amore come nella parabola dei pani e dei pesci. Vi dona l’amore ogni giorno come il pane quotidiano fresco e buono. In questo cammino è importante la preghiera dunque rivolgetevi a Lui in questo modo: “Signore dacci oggi il nostro amore quotidiano”. L’amore quotidiano degli sposi e il vero pane dell’anima».
Arriva il momento di Stefano e Valentina, provenienti dalla Ciociaria: un pasticcere e una insegnante di musica precari che hanno avuto la fortuna di conoscersi durante la Giornata Mondiale della Gioventù di Madrid nel 2011. Il prossimo 18 Maggio 2014 si sposeranno e hanno chiesto al Papa con quale stile di vita dovranno condurre la loro vita insieme. Vivere insieme è un arte – ha risposto Francesco – un cammino, paziente, bello e affascinante che non finisce quando vi siete conquistati l’un l’altro ma anzi è proprio lì che inizia. Questo cammino, come ho ripetuto più volte alle famiglie, si può riassumere in tre parole: permesso, grazie, scusa».
«“Permesso” è la richiesta gentile di potere entrare nella vita di qualcun’altra persona con attenzione, con cortesia. A volte invece si usano maniere un po’ pesanti come certi scarponi da montagna. Nel nostro mondo c’è bisogno di molta cortesia e questa può incominciare a casa. “Grazie” non è così facile pronunciarlo! E’ importante tenere in mente che la persona che ho accanto è un dono dio Dio e ai doni di Dio si dice grazie! Dirselo a vicenda per ogni cosa.“Scusa” perché nella vita facciamo tanti errori, tanti sbagli, tutti ne facciamo! Ecco allora la necessità di usare questa semplice parola. “Scusa se oggi ho alzato la voce, scusa se sono passato senza salutare, scusa se ho parlato troppo senza ascoltarti mai!”. E’ abituale litigarsi tra sposi, forse siete arrabbiati, forse è volato un piatto ma mai finire una giornata senza fare la pace!»
Infine Marco e Miriam, due toscani che il 14 Settembre prossimo coroneranno il loro più grande desiderio. Lo faranno in sobrietà, senza festeggiare l’addio al nubilato e al celibato e preparando loro stessi le bomboniere. Al Papa hanno chiesto come celebrare al meglio la loro cerimonia. Francesco ha risposto: «Fate in modo che sia una vera festa. Una festa cristiana e non mondana. Il motivo più profondo di quel giorno ce lo indica il vangelo di Giovanni narrandoci le Nozze di Cana. Come Gesù salvò la festa trasformando l’acqua in vino fate sì che nella vostra festa non manchi mai la presenza di Gesù, segreto della gioia piena, quella che scalda il cuore. Gesù è il vino buono che non deve mancare. Molti sono preoccupati per i fiori, le foto ecc. Sono cose importanti ma solo se sono capaci di indicare il vero motivo di quella festa, la benedizione del Signore».
A conclusione dell’incontro il Papa ha sottolineato: «Il matrimonio è un lavoro di tutti i giorni, un lavoro artigianale. Il marito ha il compito di fare più donna la propria moglie e la moglie ha il compito di fare più uomo il proprio marito. Crescere in umanità come uomo e come donna, preoccuparsi che l’altro cresca. I figli avranno questa eredità, diranno che avranno avuto una mamma e un papà che sono cresciuti insieme».
L’udienza del Papa con i fidanzati è stata animata dai musicisti e dai cantanti del progetto Hope Music che hanno riproposto molti celebri brani ed inni delle Giornate Mondiali della Gioventù. Sono state anche eseguite due canzoni d’amore tutte italiane come “Io che amo solo te” di Sergio Endrigo e “Quanto t’ho amato” di Roberto Benigni interpretata dalla voce di Tosca.
Durante la celebrazione Francesco ha anche pubblicato un tweet con su scritto: Giovani, non abbiate paura di sposarvi: uniti in un matrimonio fedele e fecondo, sarete felici.