28 Feb 2014

La speranza del Libano vacilla

Il papa emerito, Benedetto XVI, ha confidato al patriarca Rai di pregare ogni giorno per il Paese che gli ha dato "momenti indimenticabili"

Benedetto  XVI ha il Libano nel cuore e ogni giorno prega per il Paese. Lo ha confidato lui stesso al patriarca Rai,
secondo una informazione della sede patriarcale di Bkerke, nel contesto della
prima messa celebrata in san Pietro con i cardinali di nuova nomina.

 

Sono parole di incoraggiamento a un Paese dove l’intolleranza sembra crescere e tra i cristiani si diffonde il pessimismo. Secondo Asia News, i cattolici
maroniti avvertono la sconfortante sensazione di aver lavorato per nulla. Altri
pieni di amarezza ritengono di “essersi sbagliati, decidendo di
restare”. Molti, infine, non credono più che l’Islam consentirà loro una
piena libertà religiosa.

 

Da dove viene il forte legame tra il Papa emerito e il popolo
libanese? L’ultimo viaggio pastorale che Benedetto XVI ha compiuto come
Papa, è stato proprio in Libano dal 14 al 16 settembre 2012. Il modello
libanese di convivenza brillava ancora davanti agli occhi del Santo Padre e
l’entusiasmo contagioso dei giovani lo aveva conquistato.

Già allora, nell’Esortazione apostolica “La Chiesa in
Medio oriente”, firmata in quei giorni, il Papa emerito definiva il
fondamentalismo “come minaccia mortale, che 
affligge tutte le comunità religiose e rifiuta la secolare
convivenza”. Sono parole queste che restano di una importanza fondamentale
oggi, ad alcune settimane dal nuovo viaggio apostolico che questa volta vedrà
protagonista Papa Francesco pellegrino in Terra Santa e in Giordania (24 maggio
2014).

 

Papa Francesco andrà ad Amman, Betlemme e Gerusalemme.
L’altro ieri, il nunzio Mons. Gabriele Caccia, rispondendo a una domanda, ha
dichiarato che il Libano “non figura, al momento” nell’itinerario di
viaggio del Papa per il prossimo maggio. Vuol dire che potrebbe andarci? Le
parole di conforto da parte di una delle più alte autorità morali contemporanee
non farebbero affatto male ai cristiani libanesi che dubitano ormai della loro
vocazione tra i musulmani.

 

Il Libano è il capolavoro culturale dei maroniti e di altre
comunità, che hanno aderito con loro al progetto della creazione del Paese nel
1920. Il pluralismo è ancora in divenire e non si sa come si svilupperà,
essendo adesso in pericolo. Sarebbe un peccato che un secolo dopo la creazione
del Libano, cristiani e musulmani perdessero fiducia nella loro comune
vocazione.

 

“I cristiani del Libano sono responsabilità dei musulmani”:
sono parole dell’Imam Mohammad Mehdi Chamseddine. L’Imam parlava della
loro sicurezza e della loro libertà. Dal 1994, fino alla sua morte nel 2001, è
stato il capo del Consiglio Islamico sciita libanese, e per alcuni decenni un forte
difensore della convivenza cristiano-musulmana.

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