07 Mar 2014

All’UPS mi sento coccolata

Nella prospettiva dell'8 marzo, Festa della Donna, ecco l'intervista ad una giovane donna che vive e studia già tre anni a Roma

Abbiamo visto per
sicuro
molte persone girovagare
per i corridoi delle nostra Università Pontificia Salesiana (UPS). Forse
ci siamo chiesti chi sono, da dove vengono, che fanno qua? Oggi vi
vogliamo presentare una di loro.
Si
chiama
Hui Li, per
amici
Rosina, ed è una dottoranda della “Sapienza”
nonché la studentessa della Facoltà di Lettere Cristiane e Classiche all’Università Pontifica Salesiana. E’ nata ventotto anni fa alla città
Yinchuan del Centro Nord della Cina. Nei pressi della sua città si
può vedere la Grande Muraglia. Le abbiamo chiesto come vede
“da fuori” la realtà del Bel Paese.


Perché hai deciso di venire a studiare in Italia?

“Mi sono laureata in lingua e letteratura francese presso la
Facoltà di Lingue straniere a Pechino. Il mio professore, Zhang Xiping, ha
deciso di mandarmi in Italia per la prima volta nel 2009/10 grazie alla
collaborazione di un missionario italiano, per conoscere meglio la lingua
latina e la cultura occidentale. Dopo la specialistica sulla cultura asiatica,
nel 2011 mi hanno nuovamente mandato in Italia per svolgere il dottorato all’Università
degli Studi di Roma “La Sapienza” sulla civiltà e la cultura asiatica. Nello
stesso tempo mi sono iscritta alla Facoltà di Lettere cristiane e classiche
dell’Università Pontifica Salesiana  per conseguire il baccalaureato.”

 

Quali sono i tuoi progetti per il futuro?

“Spero
di tornare in Cina per insegnare il latino e il greco alla mia
Università di Lingue straniere di Pechino. Secondo molti la migliore
università per le lingue in Cina, dove si insegna più di sessanta
lingue. Da 2009, un missionario salesiano, don Michele Ferrero
insegna il latino ed il greco. Con lui dovrei collaborare presso la
cattedra.”

Qual è stato l’impatto con la lingua e la cultura italiana?

“La laurea in lingua francese ottenuta a Pechino mi ha
aiutato tanto con l’italiano. A Perugia mi sono iscritta direttamente al corso di
livello C1 che è durato tre mesi. Quando sono venuta la prima volta a Roma don
Carlo Socol
ci ha portato a vedere la città. Mi ha colpito lo sforzo degli
italiani di curare e mantenere il legame con la propria cultura antica. In Cina
i monumenti vecchi non si curano tanto e spesso sono dimenticati.”

 

Dal tuo punto di vita, quali sono i punti deboli dell’Italia?

“Come in ogni paese, secondo me ce ne sono. In particolare,
qui ho avuto tanti problemi con l’amministrazione pubblica soprattutto riguardo
al tema dei documenti per il permesso di studio. Alcune cose che da noi sono più
semplici qui diventano molto complicate, e ti fanno perdere tanto tempo
inutilmente. L’Italia è un paese maturo con tutti i requisiti per avere
successo, però vedo tanti giovani senza un progetto di vita, spesso senza
voglia di combattere per il loro futuro migliore.”

 

E i punti forti?

“Orgoglio per la loro cultura locale, antica e moderna.
Conosco alcuni ragazzi senza lavoro che però hanno voglia di darsi da fare e
organizzano giri turistici – anche gratuitamente – per far vedere agli ospiti
tutte le bellezze della loro regione e del loro paese. La sensibilità artistica
è un altro punto forte, quasi un naturale e sviluppato gusto per il bello. Da
noi in Cina regna un spirito più pratico che spesso trascura i dettagli
artistici.”

 

Adesso che sei in Europa, ti sembra diversa la Cina?

“Sì, in senso positivo. Prima ero più critica verso il mio
Paese. Adesso, per esempio, lo spirito pragmatico non lo vedo necessariamente
come qualcosa di negativo. Forse è vero che si diventa patriota vivendo fuori
del proprio paese…”

 

E all’UPS come ti trovi?

“Molto coccolata. Appena entro, vedo i cari amici che mi
salutano. Alla Sapienza non mi sento così inserita. Invece anche i professori
all’Università Salesiana mi seguono da vicino nei miei studi. Alla Facoltà di
Lettere cristiane e classiche con gli altri studenti mi trovo come tra fratelli
e sorelle. Qui ho trovato un ambiente molto internazionale con tanta diversità
culturale. E’ bellissimo!”

 

Ci spieghi da dove deriva Rosina, il tuo nome occidentale?

“Durante gli studi di lingua francese, il professore ci ha
proposto di avere anche un nome occidentale. Io non sapevo che nome scegliere. E
siccome portavo spesso una maglia rosa, il professore mi ha proposto il nome Rosina. E così è rimasto.”

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