Saranno sei i paesi africani che dal 19 al 23 marzo, a Roma, presso
la sede di Fandango Incontro, in via dei prefetti 22, metteranno in
scena uno spettacolo artistico pieno di vita: l’evento, organizzato
in collaborazione con Fandango Incontro e Progetto ABC Regione Lazio,
racconterà storie ed emozioni del Congo Brazzaville, della Costa
d’Avorio, del Gabon, del Mozambico, della Repubblica Democratica del
Congo e del Togo che si intrecceranno per far rivivere con l’arte la
stessa esistenza.
I centri professionali gestiti dalle Suore di Maria Ausiliatrice hanno permesso la creazione di sei ateliers creativi di tutto rispetto: ad
Abidjan, nel quartiere popolare di Koumassi, il Centro giovanile
raggiunge 300 bambini e giovani e si è espresso nella pittura ad
olio e su tessuto, nella realizzazione di acquerelli e biglietti e
nella ceramica. A
Lubumbashi nell’est della Repubblica del Congo, concentrato di
ricchezze minerali e di sfruttamento del lavoro minorile, in un
centro di recupero di bambine della strada, un laboratorio realizza
cartoline con paglia di mais e foglie di banane seccate e stirate. A
Lome’, in Togo, il Centro professionale esprime la fantasia in
creazioni di moda: stoffe, abiti, magliette, tracolle e infradito. In
Gabon, ad Oyem, nel cuore della foresta equatoriale, le bambine e i
bambini inventano i loro giochi e i gadget riciclando quello che
trovano. A
Pointe Noire, artiste e artisti in erba del Centro giovanile,
nato durante la guerra civile del Congo Brazzaville, sono esperti di pittura ad olio. Yaoundé
capitale del Camerun è una città artisticamente molto attiva e
propositiva, in particolare per la lavorazione del legno. In
Mozambico a Maputo un centro nato per recuperare i ragazzi di strada
durante la guerra civile si è specializzato in articoli regalo di
cancelleria, e in sculture di pietra di Ebigù combinate con rafia.
L’inaugurazione di questa mostra itinerante avrà luogo mercoledì 19
marzo, alle ore 18.00, mentre nei giorni seguenti l’apertura sarà
dalle 10.00 alle 21.00.
Il progetto, inserito in un programma di sostegno da parte della
Missione Giovani FMA, che si occupa di migliorare le condizioni di
violenza e sfruttamento giovanile e ridonare alle vittime un percorso
di vita diverso, vede la partecipazione di quattordici giovani
artisti emergenti, artisti che hanno seguito duecentocinquanta
ragazze in un percorso artistico fuori dagli schemi.
L’arte
rende possibile “vedere” e esprimere il sé, il mondo, la vita
quotidiana al di la di quello che le parole possano rivelare.
L’espressione artistica attiva risorse interiori inesplorate e la
capacità di elaborare il proprio vissuto dandogli una forma che
altri possono percepire e arricchire con la propria interpretazione. Le
immagini non mentono, sono immediate, autentiche, partono dal
profondo e non creano barriere di difesa. Parlano un linguaggio
universale e diventano chiave per entrare nell’immaginario e nella
cultura di un popolo, per meglio coglierne l’anima. Guardando
questi spaccati di vita, impariamo a conoscere meglio anche i giovani
“artisti e artiste” che attraverso quanto qui esposto, hanno
voluto comunicare la loro vitalità , evocare la realtà colorata,
attimi di gioia, di speranza, di impegno, quasi una tavolozza di
umanità.
L’Afrique
c’est chic vuole
essere veicolo di un approccio giovanile all’arte senza stereotipi
o preconcetti per permettere a giovani talenti di emergere e con
qualche pennellata di bellezza, entrare nel gioco del dialogo di
culture diverse.
Un tempo vittime, oggi queste giovani donne riscoprono la vita
attraverso l’arte, la libertà di esprimersi, e ricominciano a vivere
grazie ad un atto di creatività.
Le opere prodotte saranno
presentate nei prossimi mesi anche in altre esposizioni, in alcune
città italiane, con lo scopo di favorire scambi e confronti
interculturali.