01 Apr 2014

Il genio femminile: una ricchezza da comunicare

È stato assegnato a Lucetta Scaraffia, storica e giornalista, il premio Euanghelion, che vuol dire "buona notizia". Perché è ora di valorizzare le donne

Sabato 15 marzo la Sala Polifunzionale “Galleria Maiorino” ha ospitato il convegno “Il genio femminile – L’impegno delle donne nel mondo della comunicazione” per la  IX Edizione del Premio Euanghelion, organizzato dalla rivista “Insieme” della diocesi di Nocera Inferiore-Sarno. A essere premiata è stata Lucetta Scaraffia, storica e giornalista, che tra l’altro collabora con l”Osservatore Romano”, “Il Foglio”, “Il Sole24Ore” e “Ill Messaggero”.
Il tema del convegno ci riporta subito alla mente come a conclusione della Lettera apostolica
Mulieris dignitatem, Giovanni Paolo II ringrazia per tutte le manifestazioni del “genio” femminile apparse nel corso della storia. Ricorda le madri, le sorelle, le spose e le donne che lavorano. Donne a volte gravate da una grande responsabilità sociale.

Che spazio hanno oggi le donne nel mondo della cultura e della comunicazione? A 25 anni dalla pubblicazione della Lettera dedicata alle donne, il genio femminile trova un sereno e aperto riconoscimento o anche in questo campo la donna è costretta a vivere in una posizione subalterna rispetto a quella maschile?
Queste le domande che hanno guidato i lavori dell’incontro. E le risposte emerse possono aiutarci a capire qualcosa di più su questo importante e bel tema.

Ma cosa intendiamo per genio femminile? Dire semplicemente che le donne posseggono
un’intelligenza sarebbe mortificante. Viviamo nel 2014 e certe discriminazioni, come quella
aristotelica secondo cui le donne non possedevano l’anima, sono più che superate. Nemmeno si vuole protestare contro una società maschilista, quella italiana certo non lo è. Tutt’altro che
protesta. Il genio femminile è una testimonianza. Paradossalmente, insistere erroneamente sul tema del genio femminile ne contraddirebbe lo scopo, perché affermerebbe implicitamente un luogo comune misogino.
Forse sarebbe più corretto parlare di genio “al” femminile, intendendo la ricchezza che nasce dalla diversità. Maschio e femmina li creò, racconta il libro della Genesi. Complementarietà che diventa completezza nel reciproco scambio. Ecco allora il senso: non si combatte una discriminazione, ma si “festeggia” una verità. E se è vero che la donna è una ricchezza come lo è l’uomo, allora questa ricchezza va comunicata. Di qui, l’importanza del genio femminile nel mondo della comunicazione.

Lo stesso Gesù, nel Vangelo della Resurrezione, incontra per primo le donne alle quali per primo affida il mandato di annunciare. Attenzione però! Non passiamo dal genio femminile all’ignorante maschile. Personalmente non sono un maschilista o un misogino, ma non amo chi annulla una verità solo per rafforzarne un’altra. Parità tra uomo e donna, poi, non significa certo appiattimento. Anzi! Vuol dire che nessuno possiede tutto, ma il tutto di ognuno contribuisce a completare ciò che manca a ciascuno.
Il genio femminile, allora, ci insegna a non assolutizzare niente e nessuno, ma ad accogliere e a contribuire sempre. Non mortifichiamolo, però, dietro una falsa esaltazione che contraddice se stessa. Trattiamo questo genio femminile con rispetto, senza ovattarlo come si fa con i malati, ai quali si lascia credere ciò che non è vero. Il genio femminile è una realtà, non ha bisogno di contentini, ma di essere vissuta.

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