Kirundo, nord Africa. Uno stato devastato dai cambiamenti climatici, che
si manifestano in siccità abbondante, reagisce, organizzandosi per creare un’università, importante investimento per il futuro del paese. E lo fa da solo, con le sue forze. Non aspetta aiuti
esterni, e nonostante sia inginocchiato dalla fame e dalla mancanza
di piogge, reagisce.
Come ha fatto il governatore Révérien Nzigamasabo: « Qui da noi i cambiamenti climatici si stanno manifestando con la siccità. Così abbiamo deciso di costruire un’università locale per studiare il fenomeno e trovare soluzioni. La sfida sarà quella di avere insegnanti che accettino di lavorare così lontano da Bujumbura (capitale del Burundi, n.d.r.)».
Se nelle prossime settimane non dovesse piovere, andrebbe distrutto l’80% del raccolto di giugno: per questo motivo il governo burundese ha deciso di finanziare l’acquisto dei materiali edili che serviranno per costruire la prima università della zona. Il governo interverrà solo sull’aspetto economico del progetto, perchè l’edificio sarà realizzato interamente dalla popolazione locale, che vedrà ogni sabato coinvolti i cittadini, donne ed adolescenti in primis, nella costruzione.
Pensando
da occidentali al Burundi, ci immaginiamo bambini denutriti e guerre
continue.
Ma il
Burundi, nonostante sia uno stato effettivamente colpito da
malnutrizione acuta, che colpisce prevalentemente i bambini, sa
regalare anche cose belle.
Non
sappiamo nemmeno dove si trovi, la remota regione di Kirundo, nel
nord.
Non
lo sappiamo perchè nessuno ne parla, perchè quando sentiamo la
parola Africa già pensiamo ad un continente lontano anni luce
da noi, allora meglio parlarne poco, spostare più lontano il confine
di incontro. Eppure, anche in questo posto che a molti sembrerà sperduto, nascono sogni e speranze.
Fonti