Tra gli eventi organizzati durante la settimana delle scienze della comunicazione (11-17 Maggio 2014) è stato presentato presso la Facoltà di Scienze della Comunicazione sociale dell’Università Salesiana il volume Reti sociali: porte di verità e di fede. Nuovi spazi di evangelizzazione. Percorsi di Comunicazione (Las, Roma 2014). Il testo, curato da Fabio Pasqualetti e Cosimo Alvati, entrambi docenti della facoltà, è una raccolta di contributi e saggi di diversi esperti della comunicazione che vuole riflettere sulle diverse prospettive offerte dall’ultimo messaggio per la giornata delle comunicazioni sociali scritto da Benedetto XVI.
Durante la presentazione è intervenuto anche Mons. Domenico Pompili, attuale direttore dell’Ufficio nazionale delle comunicazioni sociali della CEI e autore di uno dei capitoli del testo. Come chiave di lettura del messaggio di Benedetto XVI, Mons. Pompili prende in esame l’ultimo messaggio di Papa Francesco, evidenziando una continuità di prospettiva. «C’è un elemento di continuità tra l’ultimo messaggio di Benedetto XVI e quello della prossima giornata, il primo scritto da Papa Francesco. Entrambi sottolineano che ci troviamo in un nuovo territorio, all’interno di un contesto sempre più digitale, distanti solo 25 anni dall’inizio di internet e 10 anni dal lancio di Facebook».
E ha aggiunto: «La Chiesa deve anche tener conto di questa novità tecnologica, non cedendo alle mode del momento, non assumendo a piccole dosi le connessioni ma affidandosi alla qualità. Nel messaggio di quest’anno c’è un concetto che racchiude al meglio la parola qualità, ovvero l’incontro. L’incontro è l’unico antitodo per non essere fagocitati dalla tecnologia».
Il messaggio per la giornata delle comunicazioni sociali di quest’anno (1 Giugno 2014), intitolato Comunicazione al servizio di un’autentica cultura dell’incontro è stato pubblicato lo scorso 24 Gennaio in occasione della festa di San Francesco di Sales patrono dei giornalisti. Nel suo messaggio Papa Francesco ha voluto mettere in guardia la società da un uso della tecnologia finalizzato alla sola “connessione” e non alla relazione, invitando tutti a praticare l’autentico dialogo con l’altro anche attraverso i nuovi mezzi di comunicazione; percorrere le nuove strade digitali con la stessa prossimità del buon Samaritano.A tal proposito Mons. Pompili dice: «questo atteggiamento svela un attitudine necessaria a chi vuole fare oggi comunicazione . Essere aperti a questo movimento verso l’altro, come il samaritano, senza discorsi altisonanti ma semplicemente facendosi incontro».