Una commedia interraziale che ha spopolato ai botteghini, non solo francesi, ci fa sorridere e riflettere allo stesso tempo sui nostri pregiudizi e le relazioni che intrecciamo comunicando con schemi di riferimento basati proprio su di essi.
Un film da rivedere molte volte, allo stesso livello di pellicole francesi come “quasi amici”, per capire bene che cosa sia il pregiudizio, lo stereotipo, e farci una bella risata in compagnia.
Se è vero che il pregiudizio, lo stereotipo serve come punto di partenza per avvicinarci all’altro, al diverso, ed è uno schema comune a tutte le nazioni, allo stesso tempo è necessario superare questo schema per andare veramente incontro all’altro, in ogni occasione e luogo, sull’autobus, a lavoro, all’università.
Fin qui, belle parole.
Ma cosa succede se accade proprio all’interno della nostra famiglia questo incrocio di pensieri, religioni,culture, stili di vita? Come si educano i nipotini, con nonni cristiani, zii ebrei e padri musulmani?
Questa piacevole commedia mette in scena tutte le perplessità e gli scogli che si trovano nel confronto con chi la pensa diversamente da noi.
E’ possibile trovare un punto d’accordo tra persone così diverse?
E’ quello che si chiedono i protagonisti, due genitori che hanno visto andare via di casa le loro figlie per unirsi a mariti immigrati, e vorrebbero che almeno l’ultima figlia trovasse un ragazzo cattolico, che possa in qualche modo portare avanti quelle radici che temono di perdere con troppi incroci di pensieri diversi: ma alcune sorprese impreviste li lasceranno di stucco…
Senza svelare troppo la trama, l’invito a vedere e rivedere questo film è sempre valido.
Cercatelo nei cinema, su piattaforme a pagamento, in streaming o dvd, ma vedetelo!