La famiglia tradizionale esiste ancora, anche se non si dice

Riflessioni a partire da un intervento di Elisa Manna, del Censis, sul tema della Giornata delle Comunicazioni sociali: comunicare la famiglia

«La famiglia è il laboratorio delle trasformazioni sociali, perché in essa si riflettono alcuni aspetti della cultura collettiva, cioè l’idea che ciascuno di noi ha del mondo», ha affermato recentemente Elisa Manna, durante le Giornate salesiane per la comunicazione sociale. Elisa Manna è una sociologa, ricercatrice del CENSIS; ha collaborato in modo diverso con il Consiglio dell’Europa, l’UNESCO, il Governo italiano, l’Autorità per le garanzie della comunicazione e la Rai. È una delle madrine della trasmissione “l’Albero Azzuro”. Nel suo lavoro come ricercatrice ha un’attenzione particolare per i temi legati ai minori, alla donna e alla famiglia. Alla base, secondo la ricercatrice, c’è «la ricerca della felicità come diritto. Se è un diritto, nel momento in cui non sono più felice nella famiglia, devo a cercarmi un’altra forma di felicità. Questo principio è molto incardinato nella nostra cultura e non senza conseguenza».

Oggi ci confrontiamo con «il primato della tecnologia, che si osserva attraverso diversi fenomeni, come quello dell’utero in affitto». Certamente alla base ci sono interessi commerciali. Inoltre Il trionfalismo tecnologico «spinge anche a dare voce alla minoranza riguardo la questione dell’omosessualità e i media, in termini di potere, influenzano la cultura. Nella realtà odierna, la velocità tecnologica supera quella del pensiero umano. È dunque indispensabile uscire dalla nostra rassicurante visione sulla famiglia per capire la realtà e le nuove forme di famiglia», è importante appunto non rimanere chiusi nelle nostre certezze. «Uscire è fondamentale perché altrimenti c’è il rischio di rimanere in una realtà consolatoria», sostiene Manna.

Attualmente, con la complicità dei mezzi di comunicazione sociale, e in particolare la televisione, la famiglia è diventata mediatica. Di conseguenza, nella rappresentazione della famiglia prevale l’emozione, ad esempio nelle fiction che si sono sviluppate dagli anni 80 in poi. Inoltre assistiamo alla legittimazione della sregolatezza, alla narrazione degli inconsci televisivi, che arriva fino alla legittimazione di comportamenti violenti in termini di rapporto di potere, al protagonismo dell’omosessualità, anche se nessuno conosce i dati sulle persone omosessuali.

Poi c’è il problema dei social network:  «su Internet e sui social network ci stanno i membri della famiglia, ci sono dei singoli, ma non l’entità famigliare».

Sullo stato della famiglia, i dati fanno osservare che

  • si riducono i componenti della famiglia reale, a causa del calo del tasso di nascita e all’aumento del numero di coppie senza figli.
  • Cresce il numero di coppie anziane che non hanno avuto  figli a causa della difficoltà economica ma anche della paura della responsabilità
  • I vedove o le vedove non vogliono più vivere con i figli che hanno la loro famiglie
  • Aumentano i nuclei dei fratelli e delle sorelle che vivono insieme.
  • C’è una minore propensione al matrimonio e aumento delle famiglie monogenitoriali, perché aumenta il numero del divorzio.
  • Dalla famiglia estesa di tipo patriarcale (20% della popolazione) si passa alle famiglie estese (8%) post moderne , frutto di ricomposizione delle famiglie sciolte.
  • C’è una dilatazione dell’età in cui ci si sposa o si decide di avere figli.
  • Di conseguenza, le persone vivono di più la solitudine e si verifica un forte ripiegamento su sé in quanto individui.

Inoltre, la teoria del gender è una preoccupante riguardo la stabilità psicologica dei nuovi nati. Per altro, vista la super presenza dei media, la questione dell’omosessualità ha un “effetto distorsivo”, perché la politica istituzionale favorisce la minoranza che ha, forse, dei problemi. A questi problemi se ne aggiungono altri, come quello dell’adozione dei bambini da parte delle persone omosessuali e quella dell’utero in affitto con tutte le problematiche che porta con sé di madre genetica, madre legittima, madre legale.

In conclusione, la famiglia tradizionale non è più prevalente nelle rappresentazioni mediatiche, mentre, in realtà, è sulle sue spalle che si appoggia la società di domani.

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