“This
is a wonderful occasion for the University. I encourage you all to
come along and enjoy this rare opportunity to welcome our guest to
the campus, and celebrate and acknowledge the UC student community”.
Dr.
Rod Carr
Vice-Chancellor
(email
agli studenti della Canterbury University)
Incontrare
un principe. Questo
è il sogno non confessato di molte ragazze fin dalla prima
lettura della favola di Cenerentola. Certo le speranze di sposarlo
sono pari allo 0,001%, ma non per questo bisogna lasciarsi sfuggire
l’occasione di vederlo dal vivo, perchè le Cenerentole moderne vanno
all’università.
Questa
occasione, incontrare un principe, mi si è presentata non molti giorni
fa, durante un incontro organizzato proprio all’Università. I reali
d’Inghilterra sono molto legati alla Nuova Zelanda, non solo per
motivi storici, ma anche perchè la Nuova Zelanda condivide
praticamente tutto della cultura anglosassone: cricket e badgminton,
barbecue e prati verdi, eventi politici e concerti pop. Sempre più
spesso anche i giovani futuri rappresentati della Corona
d’Inghilterra vengono in visita in queste “colonie” lontane e
ricevono un sentito benvenuto. La
presenza del bel principe ha attirato molte studentesse, incuriosite
ma abbastanza disincantate, come è sembrato suggerire un cartellone
con la scritta “Marry
me, last chance!”,
esposto durante un precedente incontro tra principe e pubblico.
L’occasione.
Questa
volta è stato il Principe Harry, terzo in linea di successione al
trono dopo il fratello e il padre, a far sentire la vicinanza, seppur
simbolica, tra Inghilterra e Nuova Zelanda (in questo periodo infatti
fratello e cognata sono stati occupati con la nascita della
secondogenita, la principessa di Cambridge Charlotte). Il principe di
Galles ha salutato alcuni dei 15000 studenti nel campus
dell’Università di Canterbury a Christchurch, nell’Isola del Sud,
per incontrare in particolare la Student
Volunteer Army (SVA).
La SVA è il secondo club per numero di iscritti e ha vinto il
premio, per due anni consecutivi, 2013 e 2014, per la “Best
Community Contribution” dell’UCSA e del Premio Club Supreme.
Il
cerimoniale prevedeva autografi, qualche foto e molta informalità.
Sotto una pioggia scrosciante principe e studenti per pochi momenti
hanno dimenticato i rispettivi ruoli e hanno chiacchierato come si fa
tra coetanei.
La
“Royal
Highness”,
che dalle cronache mondane è un po’ il ribelle e il don giovanni di
famiglia, è invece molto interessato al volontariato internazionale.
Nella sua “carriera” ha prestato servizio per le Forze Armate
australiane in un “operational tour” in
Afghanistan, durante l’Invictus Games e durante una escursione al
Polo Sud. Durante questo evento si è mostrato disponibile, insomma
si è comportato all’altezza.
La
“Quake City”. Questo
evento è
servito a sottolineare lo
sforzo straordinario della comunità di Christchurch, prestato a
partire dal periodo successivo ai terremoti del 2010 e 2011, compreso
quello di tanti universitari volontari, quasi 1600. La città del
terremoto è infatti oggi in continua ripresa e lascia sperare in un
grande e positivo cambiamento. L’università, con i suoi studenti
coinvolti in molte attività extra-curriculari riguardanti proprio la
vita della città, come riuso degli spazi pubblici e organizzazione
di eventi culturali, ne è la dimostrazione.
Anche Kate e William
erano stati qui nel 2014, per un Royal Tour di due settimane. La
Nuova Zelanda infatti fa parte del reame del Commonwealth, è una
delle 16 nazioni che riconoscono il Sovrano del Regno Unito, la
Regina Elisabetta II, come proprio sovrano e capo di Stato, e la
“città del terremoto” è una tappa obbligatoria per i reali
inglesi e un punto di riferimento e per tutti coloro che visitano
l’Isola del Sud. Il principe si è mostrato ai suoi “sudditi”, e
forse questo è un altro aspetto che bisognerà cercare di capire
meglio: come mai Nuova Zelanda e Australia siano ancora così legate
a questa monarchia, un po’ per gossip e un po’ per il legame con il
passato.
Ora
il principe è tornato in patria, ma il sogno si è avverato.
E
possiamo continuare a dormire e a sognare.