Come scegliamo il nostro partner?

La teoria dell'attaccamento insegna che le scelte che si fanno da adulti dipendono dalle esperienze affettive che si vivono nella prima infanzia. Anche se, per fortuna, si può cambiare

Sarà capitato a qualcuno di
domandarsi in che modo scegliamo la persona con la quale unirci
sentimentalmente.

Tenendo conto della teoria
dell’attaccamento
(convalidata da molti esperimenti ed osservazioni), verrà
affrontato il modo in cui si struttura la personalità e di come questo avviene
a partire dall’interazione tra bambino e genitori, che a sua volta influenza
le relazioni future.

Sulla base di queste interazioni si
sviluppano le rappresentazione che la persona ha di sé e le rappresentazione
degli altri rispetto al sé.

Il concetto teorico di
rappresentazione mentale
coincide con
quello di memoria, sulla quale l’individuo basa il suo comportamento.

In altri termini, il sistema
motivazionale dell’attaccamento, le emozioni e le esperienze vissute, le
rappresentazioni mentali, sono tutti elementi legati con reciproche e complesse
influenze, che hanno radice nelle relazioni più importanti che si instaurano a
partire della prima infanzia.
Questi
modelli, chiamati modelli operativi
interni
(MOI), diventano molto
presto inconsapevoli, tendono ad essere stabili nel tempo e possono influenzare
fortemente le successive relazioni affettive, che in un modo o nell’altro
tenderanno a ripetere la primitiva relazione che l’individuo ha sperimentato da
bambino con la propria figura di attaccamento (caregiver).

L’attaccamento si instaura
inizialmente con la ricerca della vicinanza:
c’è una ricerca del contatto, dello scambio di affettuosità e di non trovarsi,
anche nell’autonoma attività esplorativa, troppo distanti. Nelle situazioni
difficili e particolarmente stressanti l’individuo si sente confortato e
rassicurato dalla presenza della figura di riferimento, che viene considerata un rifugio sul quale poter fare sempre affidamento.
Infine, rassicurato e
fiducioso sulla continua disponibilità e sensibilità del caregiver, come base sicura, questo faciliterà i
comportamenti di ricerca della vicinanza e, nel tempo, una vasta gamma di attività
cognitive ed affettive. In tal caso si parla di attaccamento sicuro.

I bambini che invece hanno vissuto continue
esperienze di rifiuto del loro bisogno di affetto e di contatto, sviluppano un attaccamento insicuro-evitante, che provocherà l’inibizione delle emozioni;
coloro che hanno sperimentato un caregiver imprevedibile (a volte molto affettuoso, a volte molto rifiutante)
elaborano un attaccamento insicuro-ambivalente, seguito da una
manifestazione alterata delle emozioni; infine il bambino che viene
maltrattato, abusato e spaventato sviluppa un attaccamento disorganizzato.

La scelta del partner.

La persona che ha un modello di se
stesso reso sicuro da esperienze e cure amorevoli e un modello degli altri come
persone di cui poter fidarsi, è in grado di riconoscere negli altri i segnali
di affidabilità e di interesse o quelli di superficialità e disinteresse, e
sarà attento nella sua scelta, individuando come partner una persona in linea con queste sue aspettative.

L’attaccamento di coppia dell’individuo
sicuro è caratterizzato da fiducia e
intimità: hanno un funzionamento mentale
equilibrato, sono caratterizzati da una buona stima di sé, considerandosi
meritevoli di ricevere amore e il partner viene percepito come generalmente ben
disposto e sensibile; sono disponibili entrambi a dare e chiedere cure, per cui
si trovano a proprio agio sia nell’autonomia che nell’intimità.

Il rapporto di coppia è mantenuto
anche grazie alla capacità di parlare, ragionare e negoziare nei momenti di
contrasto.

Inoltre, le coppie costituite da
entrambi i soggetti sicuri, hanno maggiori probabilità di costituire rapporti
stabili e soddisfacenti.

L’attaccamento di coppia del
soggetti preoccupati (attaccamento
insicuro- ambivalente) è invece
caratterizzato dalla preoccupazione per la relazione. Questi individui hanno
una bassa stima di sé stessi, con sensazioni di non essere degni di attenzione
e di amore, combinata con una valutazione positiva degli altri, che li porta a
cercare di accettarsi attraverso l’approvazione della persona amata. Il
rapporto è segnato da alti e bassi emotivi, da un atteggiamento ossessivo nei
confronti del partner, spesso idealizzato, dalla tendenza a cercarne l’appoggio
e da un’estrema gelosia.

L’attaccamento distanziante (attaccamento insicuro-evitante) è caratterizzato da paura o rifiuto dell’intimità e da una più
bassa incidenza di esperienze positive. I soggetti distanzianti mostrano una
positiva valutazione di sé associata ad una negativa disposizione nei confronti
dell’altro, percepito come mal disposto, inaffidabile o rifiutante, per cui si
proteggono dal temuto rifiuto evitando un forte coinvolgimento emotivo e
mantenendo un senso di indipendenza e invulnerabilità.

I soggetti
insicuri, quelli di tipo distanziante o
preoccupato
, tendono a comportarsi in modo non costruttivo nelle situazioni
conflittuali, intensificando il contrasti: in un momento di discussione nel loro rapporto di coppia possono tendere a
ribadire il proprio punto di vista e l’importanza delle proprie necessità personali
con toni esasperati e controproducenti; possono tenere il broncio rifiutandosi di parlare e fare quello che uno vuole
indipendentemente dall’altro.

L’attaccamento di coppia disorganizzato è estremamente fragile,
difficilmente durevole, in quanto caratterizzato da modelli mentali molteplici
ed incoerenti, da comportamenti imprevedibili, da rifiuto dell’intimità e della
dipendenza, valutazione di sé e dell’altro stabilmente negative. Ne deriva
l’impossibilità a stabilire rapporti di coppia, se non con soggetti altrettanto
disturbati. Per esempio, è facile che una donna, già maltrattata da un padre
violento e aggressivo, qualora non abbia analizzato a fondo il problema, abbia
la tendenza a trovare un partner violento, nonostante sogni un uomo dolce e
accudente.

Alcune ricerche
suggeriscono inoltre che, nella scelta del partner, possono essere privilegiate
figure che ricordano, per quanto riguarda l’attaccamento, il genitore di sesso
opposto, anche se possono intervenire molti altri fattori: attrazione fisica,
interessi, affinità, eccetera.

Come è stato
detto fin ora, nei singoli individui, le tipologie di attaccamento
di coppia
risultano correlate alle passate esperienze di attaccamento infantile.
La correlazione, però,non è assoluta e definitiva. A tal proposito,
Bowlby parlava di percorsi evolutivi, che possono essere modificati, sia in
meglio, che in peggio, dalle esperienze successive.

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