La guerra ha tanti volti, la pace ha il volto dei diritti umani

In un convegno organizzato dall'Azione Cattolica si è discusso di quante forme la guerra oggi può assumere e di come costruire la pace: una sfida soprattutto culturale


I nuovi volti della guerra: quali
sfide per il diritto internazionale della pace?

Questa
era il tema del convegno del 9 Ottobre 2015, che si è svolto all’Hotel Domus Marie a Roma,
organizzato dall’azione Cattolica.
Monsignor Paul Richard Gallanger ha iniziato la sera con il suo intervento sul tema e subito dopo c’è stata la tavola
rotonda con Paolo Benvenuti (Università
di Roma Tre), Vincenzo Buonomo
(Pontificia Università Lateranese), Ugo
Villani
(Università degli studi di Bari), Francesco Viola (Università degli
studi di Palermo). Cerano anche tanti ambasciatori del Vaticano.

L’obiettivo
di questo convegno era
promuovere una cultura della pace.
La sfida è trasformare la situazione di questo mondo per creare una
cultura di pace. Il presidente dell’Azione
Cattolica Matteo Truffelli ha indicato in Papa Francesco uno che sta lavorando molto sul tema
della pace, e ha fatto l’esempio più recente: il suo viaggio negli Stati Uniti, dove
ha parlato molto del rispeto dei diritti delle persone come di un modo per
creare società di pace. È stata sottolineata molto la sua richiesta di non produrre
le armi che stanno alimentando le guerre in questo mondo.

Monsignor
Gallanger ha parlato dei nuovi volti della guerra
, riferendosi al
terrorismo dopo l’11settembre 2001 negli
Stati Uniti e alla Siria, dove troviamo molti profughi che cercano la libertà e
sicurezza, che fuggano il terrorismo, la guerra e la fame. Un altro volto della guerra è l’ISIS: un gruppo organizzato, ma senza territorio, che sta terrorizzando
il mondo come un altro volto della guerra. La crescente diffusione di questi
fenomeni e l’estrema gravità dei danni prodotti sulle popolazioni e sulle attività
economiche, spesso con la distruzione sistematica di ogni struttura e attività
esistente, ben al di la degli apparati militari, produce evidenti effetti anche
sul piano della fuga di tantissime persone dai loro paesi e del conseguente
imponente incremento dei flussi migratori, che ora tanto preoccupa i paesi
europei. 

Un altro
nuovo volto della guerra è quello del cyber crime, cioè del crimine informatico. E lo è anche il narcotraffico
come un altro volto della Guerra. Perché purtroppo le nuove tecnologie hanno prodotto
sempre nuovi e più potenti strumenti bellici, di intromissione e controllo e
condizionamento delle libertà dei soggetti ritenuti avversari.

La sfida
che abbiamo adesso di fronte  è continuare a muoversi verso la pace
, rispettare i diritti della
persona, rispettare anche le regole e l’indipendenza di ogni Paese. Per questo occorre
rispetto, valorizzazione dei valori delle persone e dei gruppi
sociali. Il professor Benvenuti nel suo intervento
ha sottolineato l’importanza del dialogo tra gli Stati, per un dibattito sul
diritto della pace di ogni essere umano. Il professor Villani ha parlato della
necessità di
intervenire nelle guerre in corso. Ha citato la Libia come
un Paese che ha subito molte violenze, perché ha il petrolio. Ha parlato con passione, dicendo
che dove c’è petrolio c’è sempre la guerra e dove non c`è petrolio non c`è la guerra. Occorre
promuovere un protagonismo molto maggiore degli organismi sovranazionali,
cominciamo dall’Onu e delle diverse organizzazioni regionali a cominciare dall’Unione Europea. Occorrono anche
politiche esterne più attive nella riduzione delle guerre esistenti e soprattutto
nella prevenzione delle cause che le producono o le alimentano. Ma per realizzare
concretamente questo bisogno occorre far funzionare ogni altro elemento della vita
associata, come lo sviluppo economico e sociale, il funzionamento dell’ordinamento
democratico, la stessa garanzia dell’esistenza di efficaci strumenti di sicurezza

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