03 Dic 2015

Roma, quei blitz inaspettati fanno male al cuore

Si moltiplicano le misure di sicurezza in vista del Giubileo. Molti luoghi che ospitano immigrati - da centri di accoglienza a occupazioni abitative - sono oggetto di blitz della polizia: qual è il confine tra sicurezza e rispetto della dignità?

L’8 dicembre a Roma si è aperto il Giubileo della Misericordia.

Dopo i fatti di Parigi, i controlli in città sono aumentati, per permettere ai cittadini di vivere sereni questo evento: ad ogni angolo delle piazze principali, in prossimità delle ambasciate, alle fermate della metro, polizia, carabinieri, forze armate sono a disposizione per qualsiasi evenienza.
Si respira un’aria di controllo e sicurezza, ma anche di continua allerta, uno stato d’animo a cui è difficile abituarsi.

Ed è proprio in un clima come questo che il rischio di sfogare sentimenti negativi sui più deboli aumenta: esempi di intolleranza nei confronti degli immigrati sono molto frequenti, e con la paura degli attentati che incombe aumentano le incomprensioni ed i pregiudizi verso chi viene percepito come “diverso”.

L’attenzione all’ordine pubblico è fondamentale per mantenere un clima di democrazia, per questo motivo si intensificano i controlli sul territorio, ma i controlli non dovrebbero portare alla discriminazione di nessuno.
Un l
unedi mattina, le vie principali che collegano Piazza Indipendenza sono state bloccate per permettere alla polizia di arrivare con mezzi blindati a fare controlli al “palazzo grigio”, un edificio che da tre anni ospita più di quattrocento migranti, nell’ambito del progetto “Tsunami Tour”, lanciato dal Movimento per il Diritto all’Abitare.
Ero lì per caso.
Tutti i migranti sono stati schedati, controllati, tenuti per ore fuori, in fila, senza dare spiegazioni. Anche i passanti sono stati invitati a presentare documenti per dei controlli, ma sono stati gesti pro-forma, sbrigativi, al contrario delle verifiche fatte ai migranti. L’invito per loro è stato quello di lasciare prima possibile la piazza, e lasciar continuare i controlli. Come se il colore della pelle, i tratti somatici fossero dei lasciapassare tra chi doveva obbligatoriamente fare la fila e chi no.

Nei giorni successivi, sono stati fatti altri controlli al centro Baobab di via Cupa, a Roma, sempre per questioni di ordine pubblico.

Il dubbio è legittimo: in che modo tali controlli risolverebbero il problema dei numerosi migranti che occupano edifici della capitale per avere un tetto sotto il quale dormire? La legalità deve essere promossa nel nostro paese, è giustissimo, ma forse il modo per risolvere questo problema non è nei blitz in vista del Giubileo, ma nel trovare soluzioni pratiche a chi una casa, controlli o non controlli, non ce l’ha.

Il cuore si stringe quando i passanti esultano di fronte alle numerose persone incolonnate in fila, manifestando sentimenti di insoddisfazione, rabbia repressa, in una ricerca di capri espiatori che ferisce e non lascia spazio al quieto vivere, soprattutto in un clima di attesa per un giubileo, così vicino, che sembra un monito irraggiungibile.

Un giubileo di Misericordia, di vera Misericordia, deve partire da noi, dalla nostra capacità di non farci guerra reciproca, ma di creare legami di pace, di supporto, in un clima di tolleranza e rispetto.

condividi su