Dai produttori di Lucy e della trilogia Taken, ecco un altro action movie adrenalitico, per chi ama vedere donnine che muovono il loro fondoschiena e macchinoni che corrono. The Transporter legacy non è altro che il reboot della popolare saga cinematografica creata da Luc Besson e iniziata nel 2002 con il film The Transporter; qui al posto del Jason Statham dei precedenti episodi, troviamo Ed Skrein, attore e rapper britannico (pseudonimo The Dinnerlady P.I.M.P) che ha recentemente firmato per un ruolo di supporto in Deadpool; volto già visto nei panni di Daario Naharis nella terza stagione della serie tv Il trono di spade e nel recente action a sfondo storico I Vichinghi, aggiunge all’atmosfera già commercialotta (tra gli ammiccamenti agli i phone o all’Audi) ulteriore ritmo pop.
Per chi vuole divertirsi senza alte aspettative, il film scimmiotta un po’ alcune scene che solitamente si possono gustare solo con gli episodi di Mission impossible: tra le tantissime sgommate delle macchine troverete una coattissima scena della macchina sotto un aereo in movimento da cui si lanciano persone, la stessa auto che entra dentro l’aeroporto. Come in Taken, anche qui si amano i combattimenti a più riprese a mani nude, che risultano ridicoli e un po’ improbabili. Così sulla base di una sceneggiatura piuttosto povera, tra dialoghi a dir poco imbarazzanti, si stagliano figure femminili bellissime e uomini russi cattivi.
The Transporter legacy deve inoltre scontare alcuni pastrocchi registici qua e là: compaiono improvvisamente delle maschere nei bagni di una discoteca, ci sono delle scene mancanti, con Gina che prima se ne va e poi inspiegabilmente torna in tenuta sub; Anna che viene ferita al petto con una pallottola e guarisce subito; trasferimenti bancari con cifre astronomiche che vengono aggiornati all’istante con un semplice tablet.
Tra tanti peccatucci dobbiamo spezzare una lancia a favore del thriller adrenalitico di Camille Delamarre, che riscrive in maniera rivoluzionaria il ruolo della donna all’interno dei film d’azione, conferendole pur sempre quella nota di femme fatale dei film di 00,7 ma lasciandole più potere decisionale e strategico. Nel cast, oltre al noto protagonista, c’è Ray Stevenson, visto di recente nella parte del villain di Big Game- Caccia al presidente. Ma ciò che ricorderemo di più di questo film, in questa regia iperrealistica e quasi fumettistica, sono le sequenza in bianco e nero in cui in maniera didascalica ci viene scritto il nome dei personaggi per capire chi sono dopo che è trascorso del tempo.