CUBA – L’abbraccio tra Papa
Francesco e Kirill, il patriarca della Chiesa ortodossa, rimarrà indubbiamente
nella storia. L’incontro è avvenuto dopo 512 anni dalla rottura tra la Chiesa
cattolica e quella ortodossa ed ha luogo in un momento di grandi squilibri
politici, sociali e umani: la guerra in Siria, i continui sbarchi di uomini,
donne e soprattutto bambini che affrontano una distesa di mare, che spesso si
trasforma in una tomba dimenticata. Dopo lo scisma, per la prima volta, i capi
delle due Chiese si ritrovano, si scambiano un abbraccio di pace e si chiamano
“fratelli”.
Ha un risvolto epocale l’importanza del loro colloquio, al termine del quale i due firmano un documento di
dichiarazione congiunta, che consta di 30 articoli, in cui si impegnano a
ritrovare i punti per una comune evangelizzazione, «discutere dei rapporti reciproci tra le Chiese, dei problemi
essenziali dei fedeli e delle prospettive di sviluppo della civiltà umana».
Entrambi fanno riferimento alla necessità per questo mondo di una
collaborazione tra cattolici e ortodossi, per allontanare le antiche contese di
quello che definiscono «Vecchio Mondo».
Nonostante le divergenze,
ereditate dagli antenati, hanno ribadito l’esplicitazione della fede in Dio, uno
in tre Persone, Padre, Figlio e Spirito Santo. Il testo parla con nostalgia di
quell’unità da ritrovare in Cristo Salvatore affinché «tutti siano una sola
cosa». Non manca uno sguardo ai cristiani perseguitati nel Mondo, come
in Nord Africa e Medio Oriente e soprattutto emerge un’esortazione alle
autorità internazionali ad unirsi per porre fine alla violenza e al terrorismo
e, nello stesso tempo, a contribuire, attraverso il dialogo, ad un rapido
ristabilimento della pace civile. Verso la fine il documento riflette
sull’importanza dell’interreligiosità, come punto di partenza per aprire i
cuori a coloro che soffrono la fame, la distruzione e situazioni di estrema
difficoltà. Papa Francesco e Kirill parlano di milioni dipersone che invano «bussano alla porta dei paesi ricchi,
accecati dal consumo sfrenato, indifferenti alle richieste d’aiuto».
Il
testo è molto attento a questioni attuali, come quello della “famiglia”
«fondata sul matrimonio, atto libero e fedele di amore di un uomo e di una donna».
Tra gli articoli vi è anche una riflessione sulla “vita”, che riconoscono
essere un diritto inalienabile, rimarcano anche il timore per «lo
sviluppo della cosiddetta eutanasia, la quale rende le persone anziane e
gli infermi un peso eccessivo per le loro famiglie e la società in
generale». Anche lo
sviluppo delle tecniche di procreazione medicalmente assistita suscita
preoccupazione perché – si legge nel testo -«la manipolazione della vita umana è un attacco ai fondamenti
dell’esistenza dell’uomo, creato ad immagine di Dio».
L’incontro
tra Kirill e Papa Francesco segna l’inizio di una nuova epoca per la
cristianità, ponendo le basi per una prossima apertura tra le due Chiese. La tenacia di Papa Francesco, unita ad estrema dolcezza e umiltà, si
palesa nell’esortazione ai giovani, a cui suggerisce «di non nascondere il
talento sotto terra, ma avere il coraggio di andare controcorrente,
difendendo la verità di Dio, alla quale odierne norme secolari sono lontane dal
conformarsi».