Apple – FBI 1 a 0. La vittoria (per ora) se la aggiudica Apple. È il momento di parlare di “Regolamentazione 3.0

Molti si schierano con Apple, accusando l’FBI di voler “spiare” la vita dei clienti della Mela. Altri parlano di «ringraziamenti ad Apple da parte di Mafia italiana, turca, cinese e massoneria. Il dibattito continua.

New York – Mentre continua lo scontro tra Apple e l’FBI
sulla cessione dei codici di sblocco dell’iPhone, sui social molti utenti
esprimono la loro posizione. Molti si schierano dalla parte di Apple, accusando
l’FBI di voler “spiare” la vita dei clienti fedeli alla Mela. Altri, con
maggiore irriverenza e sarcasmo, parlano di «ringraziamenti ad Apple da parte di Mafia italiana, turca, cinese e
massoneria
» e prevede un innalzamento nelle vendite di iPhone.

«Se la Apple perderà la battaglia contro l’FBI ci
ritroveremo in uno stato di polizia”». Ne è convinto il legale della casa di
Cupertino, Ted Olson, che in un’intervista alla Cnn ha ribadito il rifiuto del
gruppo di fornire all’Fbi la tecnologia necessaria per sbloccare gli iPhone. Apple blinda gli iPhone e alza
il tiro nella battaglia sulla privacy contro il governo Usa. Non è bastata la sentenza del giudice federale Sheri Pyme sulle 14 vittime dell’attentato avvenuto a San Bernardino (California) lo
scorso 2 dicembre, a
convincere Apple a svelare all’Intelligence americano il codice di
protezione dell’iPhone di Syed Rizwan,
uno dei due terroristi. Cook,
l’amministratore delegato di Apple, in un’intervista all’ Abc, si è mostrato
determinato nel «voler andare fino in fondo nel caso del
telefono del killer di San Bernardino», ma lo svelamento dei codici di sblocco
sarebbe l’equivalente nell’ammettere un «cancro nel software». Inoltre –
continua Cook – «questa situazione esporrebbe le persone a pesanti
vulnerabilità e minaccerebbe la loro privacy».

A sostegno di Apple si
è schierato anche l’amministratore
delegato di Google, Sundar Pichai, il
quale sostiene che «chiedere di scardinare
i codici di sicurezza
dei cellulari per permettere all’Fbi di accedere ai
dati, costituirebbe un precedente
pericoloso
». Ad
allarmare ancor di più il governo americano è la notizia, trapelata dal Financial
Time
, secondo cui Apple avrebbe chiesto ai suoi ingegneri di sviluppare nuove
misure di sicurezza, che renderanno impossibile accedere ad un iPhone bloccato.

L’ufficio stampa di Apple
ha fatto sapere che l’azienda è pronta a
parlare anche con il Presidente Barak Obama (anche se Cook ha pubblicamente accusato la Casa Bianca di una carenza di leadership), per risolvere la questione nel
migliore dei modi, ma – si legge in una nota – «chiedere al giudice di annullare
l’ordine di sblocco è un modo per l’FBI di voler acquisire un potere
pericoloso, violando i diritti
costituzionali
».

Il direttore dell’ FBI, in un’ audizione al Congresso, ha
assicurato che non si sta cercando di creare un precedente, ma solo di tutelare la sicurezza dei cittadini».
L’inspiegabile muro da parte dell’azienda di Cupertino, «sta facendo solo
perdere tempo prezioso e denaro».

La “battaglia tecnologica” che si sta consumando tra Apple e
FBI ha fatto emergere la necessità dirisolvere
i problemi del ventunesimo secolo. È giunto il momento di una “regolamentazione 3.0”, per affrontare
questioni che riguardino la sicurezza e la privacy dei cittadini?

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