L’era delle
telecomunicazioni sta portando sempre di più notevoli innovazioni. A tal
proposito, però, bisogna fare i conti
con uno dei peggior svantaggi che questa comporta: l’indebolimento della
comunicazione e per comunicazione si intende lo scambio sul piano verbale e non
verbale che avviene tra due o più persone.
Questo avviene in diversi
ambiti, tra cui quello scolastico, che a sua volta colpisce quello familiare e
viceversa. Nello specifico, il bersaglio
riguarda la crescita scolastica e individuale del ragazzo.
Ora nelle scuole viene
adottato il registro elettronico, in cui, oltre alle assenze, i genitori possono
consultare quanto fatto in classe in ogni singola materia, i compiti assegnati
e i voti del proprio figlio.
È possibile sapere in qualunque momento cosa fa il proprio figlio, prima ancora
che lui decida se raccontarmelo o meno.
A cosa è dovuto questo
controllo? Probabilemente è un meccanismo adottato dal genitore per tenere a freno la
propria ansia. Il problema, in tal caso, partirebbe dal genitore, che a causa
della sua mancanza di fiducia e del suo controllo influenzerà l’agire del figlio. Se
proprio si ha la necessità di monitorare il percorso del figlio tramite il
registro elettronico, si potrebbe controllare in sua presenza con un approccio,
però,funzionale, per esempio senza
ricatti oazioni premeditate.
La scuola può essere
considerata una seconda famiglia, come sistema educativo, un laboratorio dove
cimentarsi e imparare a relazionarsi, un luogo dove poter mettere in atto vari
modi di comportarsi, correggerli e scoprirne dei nuovi. Così facendo, però, si
riduce sempre di più la libertà del singolo e di conseguenza sorgono delle
perplessità.
Che fine fanno le chiacchiere
su com’è andata la giornata? Dove è finita la possibilità di scelta del bambino
di raccontare o meno se è stato interrogato o se la maestra ha fatto una
verifica a sorpresa? Dove è finita la libertà di confessare a un genitore
un’insufficienza o invece decidere di gestirla da solo, recuperando la volta
successiva e ottenere una sufficienza in pagella?
Ovviamente ci sono persone
motivate a portare a termine un buon percorso scolastico, a prescindere dai
“controlli”, ma rimane comunque il dubbio se si è spinti dalle loro motivazioni
interne o esterne.
Un aspetto ancora più
importante riguarda la possibile gioia provata nel comunicare un successo, e non
solo la paura di un fallimento. Prendere un buon vuoto e comunicarlo con
entusiasmo al proprio genitore non ha più lo stesso sapore se quest’ultimo lo
ha già anticipato, guardando sulla pagina internet. Vedere il volto del proprio
genitore mentre il ragazzo glielo comunica ha un altro significato: un
rispecchiamento e riconoscimento importante per il bambino/ragazzo che ha
raggiunto quell’obiettivo.
Allo stesso modo, nel caso in cui avesse raggiunto
un esito negativo, è importante che venga comunicato, affrontando la paura di
dirlo senza dare per scontato che non ce ne sia bisogno, tanto papà e
mamma lo verranno comunque a sapere. Comunicarlo esercita la persona ad
affrontare le sconfitte, il ragazzo potrà imparare che anche gli insuccessi
posso essere superati e non nascosti.
Uno sforzo, oggi, potrebbe
essere quello di evitare di monitorare tramite un nome utente e una password il
proprio figlio, per godersi la bellezza del momento e affrontare il disagio
attuale.
Questi registri elettronici,
inoltre, incidono sulla comunicazione tra genitore e insegnante, limitandosi
forse a domandare a quest’ultimo il motivo di quella annotazione negativa, o
chissà, accontentarsi di quel bel voto visto al computer senza uno scambio con
l’insegnante, non solo col genitore ma anche col bambino in presenza di esso.
Cosi facendo si toglie ai
ragazzi la possibilità di imparare a gestire il fallimento, il successo, la
comunicazione con i genitori e i rapporti con gli insegnanti. Poi però, si può
pretendere che siano responsabili, consapevoli, autonomi e pienamente
indipendenti.
Quando il bambino, oramai
cresciuto, vorrà iscriversi all’università come verrà controllato?
Uno strumento buono da
adottare precocemente è la fiducia che è possibile costruire e mantenere
mediante il rapporto interpersonale, fatto di scambi e di racconti sia positivi che negativi, di
successi e fallimenti. Anzi, è proprio in questi ultimi che la fiducia e la
possibilità di poter fare e di poter risolvere i problemi viene rafforzata, o
al contrario viene confermata l’idea sbagliata di non essere capace.
Se ci pensate, a scuola si
segue un percorso in linea con le fasi evolutive del bambino: in prima
elementare si studia l’alfabeto e in quinta si fa l’analisi logica. Allo stesso
modo esiste una crescita progressiva delle capacità personali e non didattiche.
In questo modo è come influire su un arresto o continuum evolutivo, togliendo o
promuovendo loro la possibilità di gestire le informazioni che riguardano la
loro vita.
Quindi questo monitoraggio può avere dei
benefici e degli svantaggi.
Il beneficio per i genitori sarebbe di essere sempre a conoscenza del percorso scolastico del proprio figlio,
intervenendo su di esso in casi di continui fallimenti (ovviamente le modalità
adottate hanno un peso importantissimo); lo svantaggio è quello di perdere la
spontaneità nella relazione genitore-bambino e soprattutto, come già scritto
precedentemente, viene limitata la crescita del bambino oltre a interferire
negativamente anche sulla relazione genitore-insegnante e allievo-insegnate.