Le nuove tecnologie assorbono
sempre più di frequente la nostra vita dentro la spirale di un’apatia
che
sterilizza le relazioni sociali, comprese quelle di coppia, che al
contrario
dovrebbero essere vissute nella pienezza di una reciproca complicità.
Questi
strumenti talvolta creano distanze, fratture o addirittura voragini
incolmabili
nei rapporti, influenzando e modificando in maniera determinate la
comunicazione
con il partner.
“Perfetti
Sconosciuti”, l’ultimo film diretto da Paolo
Genovese,
racconta come una semplice cena tra amici possa trasformarsi in un gioco
pericoloso e drammatico, se a dirigerlo è un’arma potente come il
cellulare. Lo
smartphone, uno strumento da cui non ci separiamo mai, ha il potere di
rivelare
la nostra più profonda intimità, di svelare dinamiche come quelle del
tradimento e della menzogna. “Perfetti sconosciuti”, con lucidità ed
ironia, ci
regala un quadro ben fatto dei meccanismi che stanno alla base dei
rapporti di
coppia, e lo fa attraverso la voce di attori convincenti come Marco
Giallini,
Kasia Smutniak, Valerio Mastrandrea, Anna Foglietta, Edoardo Leo, Alba
Rohrwacher.
Ciascun
personaggio ha un segreto da nascondere, anzi da
condividere. Già, è proprio questo il paradosso. Oggi il mondo vuole
condividere tutto, anche le cose più riservate o le ferite più profonde
che un
tempo avremmo lasciato conoscere soltanto al nostro cuore. In questo
lungometraggio, Paolo Genovese dedica uno spazio anche ad un tema molto
complesso
e fortemente dibattuto negli ultimi tempi come quello delle relazioni
tra
persone dello stesso sesso, attraverso il personaggio di Giuseppe
Battiston, che
interpreta ed incarna alla perfezione lo stereotipo dell’omosessuale che
cerca,
invano, di nascondere la propria condizione.