Come
è possibile affrontare la malattia del cancro attraverso un potente mezzo
di espressione come la musica? La risposta viene dai ragazzi dell’Istituto Nazionale dei Tumori di Milano che in vista del Natale hanno presentato “Palle di Natale (Smile! It’s Christmas Day!)”, una canzone scritta interamente dai giovani pazienti. Il testo e la
musica sono passati in supervisione da Stefano Signoroni, un giovane consulente
e ricercatore, studioso dei tumori ereditari dell’apparato digerente nonché
musicista e cantante.
L’esperimento
sembra essere ben riuscito con degli attori protagonisti che, nonostante le
difficoltà della malattia, sembrano aver reagito d’istinto grazie al potere
catartico della musica e della canzone, strumenti di sviluppo e crescita
personale molto efficaci, specialmente in età adolescenziale.
L’ospedalizzazione in età evolutiva, è una condizione carica di vissuti personali
che per ogni ragazzo, acquisisce un significato assai diverso a seconda della
storia che porta con sè. Uno spazio di espressione come quello musicale, può
diventare la spinta per riattivarsi mettendo in campo le proprie risorse
interne riguardanti la parte emotiva, sociale, relazionale e quella dell’autostima.
L’Istituto
Nazionale dei Tumori ha voluto riproporre un esperimento già testato qualche anno fa. Nel 2013 infatti, è stato realizzato un primo
esperimento simile in collaborazione con Nicola Fasano in arte Faso, bassista
di Elio e le Storie Tese, con cui fu prodotto “Nuvole d’Ossigeno”, un altro brano
che vedeva protagonisti anche questa volta i giovani del reparto. Il tutto si
concluse anche con una pubblicazione scientifica sul Journal of Clinical
Oncology, all’intenro della quale veniva narrata l’esperienza dei giovani
pazienti e di come avevano utilizzato il potere della musica per poter accendere
nonostante tutto ad uno spazio di benessere.
videoclip si esibiscono circa 30 ragazzi alcuni visibilmente in cura e altri
fuori trattamento terapeutico. Il titolo del brano per l’appunto “Palle di
Natale”, vuole sottolineare la ricchezza del significato che si è scelti di
dare al brano. Come ha raccontato all’Huffington Post Matteo Davide Bonvicini, uno dei protagonisti del videoclip: “Palle perché le nostre
teste, dopo la chemioterapia, sembrano tali. Palle come quelle che si appendono
all’albero di Natale o di neve, con cui si gioca in questo periodo dell’anno.
Ma palle pire perché spesso gli adulti ne raccontano tante a noi, ammalati di
tumore. E perché di certo trascorrere il Natale in ospedale non è il massimo”.
Grazie
anche alla collaborazione dei referenti del Progetto Giovani del reparto di Pediatria Oncologica, il videoclip è stato realizzato all’interno del reparto
trasformato per l’occasione in uno spazio che richiamo il Natale dagli addobbi
alle decorazioni, fino al testo della canzone. Il brano è stato molto ben
arrangiato con uno stile pop e suon di “campanelli natalizzi”, proprio per non
distaccarsi dall’idea che se la musica si incolla ai nostri ricordi. È
necessario intrappolare in un brano musicale tutti quei riferimenti che dopo
ogni ascolto fanno tornare in mente l’esperienza positiva vissuta insieme.
Per non distaccarsi troppo dal
linguaggio degli adolescenti, all’interno del brano si inserisce un passaggio
rap fra la malinconia, la denuncia e la speranza di una condizione di
sofferenza che però pulsa di reazione e di non arresa
Sembra
quasi che il progetto abbia evidenziato come la musica può contribuire a
migliorare in parte, una condizione di sofferenza. In questo senso si può
ipotizzare che la musica sia terapeutica e lo sia stata per questi ragazzi?