Il “Blue Whale Game” è un gioco, più che dannoso, mortale. Apparso nel 2015 su un social network russo e basato su una serie di sfide, avrebbe spinto molti giovani adolescenti al suicidio.
Domenica 26 febbraio, ad esempio, nella parte orientale della Russia, due ragazze (Veronika di 15 anni e Yulia di 16) si sono gettate insieme sul tetto di un edificio. E quella stessa settimana, in Siberia, una ragazza di 13 anni è stata trovata gravemente ferito dopo essere saltata dal quinto piano. Un altro ragazzo quattordicenne si sarebbe gettato sotto un treno.
Tutti avevano una cosa in comune: stavano giocando a “Blue Whale”.
Il principio di questo gioco è assolutamente morboso: incoraggia i partecipanti ad assumere sfide ogni giorno più difficili, fino a portarli alla morte. Quando entra in questo gioco su un social network – come Vkontakt, il Facebook russo – ogni giocatore viene assegnato a un amministratore. Nei successivi 50 giorni, l’amministratore lancia sfide quotidiane e i partecipanti devono inviare immagini e testimonianze per dimostrare che hanno affrontato davvero la sfida e l’hanno superata.
Queste immagini sono chiaramente evidenziate e premiate con i ”like”, per incoraggiare gli adolescenti a continuare il gioco.
Secondo il media russo “Siberian Time” del 27 febbraio 2017, in un primo momento è semplicemente chiesto ad esempio di alzarsi di notte per ascoltare musica triste o per guardare film dell’orrore. Ma poi la sfida diventa più difficile: si chiedono, ad esempio, atti di autolesionismo, come incidere Whale (la balena) sulla mano, tagliarsi le labbra, mettersi in situazioni pericolose come sedersi sul bordo del tetto cone le gambe penzoloni o sedersi sul bordo di un ponte. E infine si sfida a saltare fuori dalla finestra o andare sotto un treno.
Il nome del gioco, “Blue Whale”, non è banale, secondo il sito The Siberian Times, anzi è simbolico. Questo animale è in grado, secondo la credenza popolare, di incagliarsi intenzionalmente su una spiaggia per morire. Quindi, il gioco non ha altro risultato, alla fine, che la morte del giocatore.
La morte di questi ragazzi, legati al gioco sul social network, ha risvegliato il dibattito sui “gruppi di morte”, che esistono in internet e sui loro rapporti con i giovani. Ricordiamo che, nel 2015, molti ragazzi hanno filmato e trasmesso via Facebook la loro morte. Inoltre, secondo un articolo del quotidiano “Novaya Gazeta“, 130 giovani hanno avuto la morte su un periodo di sei mesi nel 2016 a causa di questi grouppi. E il suicidio inaugurale di questa lunga serie sarebbe quella di Palenkova Rina, 16 anni, che si è gettata sotto un treno nel novembre 2015, postando la sua foto su social network. Una morte molto pubblicizzata, che ha ispirato la creazione di numerosi gruppi pro-suicidi sui social network.