L’incontro voluto da Papa Francesco per il Sinodo dei Giovani è stato un vero miracolo che ha unito nella Città Eterna giovani di tutte le fedi religiose e non credenti. Come segretario della SUPR (Studenti delle Università Pontificie di Roma) e studente di Lettere cristiane classiche presso l’Università Salesiana di Roma ho potuto partecipare ll’esperienza che ha coinvolto circa 300 giovani, dal 18 al 25 marzo, presso il Pontificio Collegio Internazionale “Maria Mater Ecclesiae” di Roma.
Lunedì 19 Marzo i giovani sono stati convocati in assemblea per ascoltare il discorso inaugurale del cardinale Lorenzo Baldisseri, segretario del Sinodo, e le parole di Papa Francesco.
Particolarmente toccante è stata la seconda parte della mattinata, con la testimonianza di alcuni giovani provenienti dai cinque continenti. Tutti hanno offerto al Santo Padre le speranze e le sofferenze spirituali e materiali del contesto in cui vivono: aree in cui, spesso, testimoniare la Verità evangelica equivale a firmare la propria condanna all’emarginazione o, peggio, alla morte. Papa Francesco non ha esitato a rispondere ad alcune domande dei giovani. Nel pomeriggio i partecipanti sono stati divisi in 20 gruppi linguistici, al fine di elaborare un documento che mettesse luce sul modo in cui i giovani del 21° secolo vedono se stessi e la propria relazione con Dio e la Sua Chiesa. Le linee guida suggerite per la stesura del documento pre-sinodale prevedevano una suddivisione in 3 parti: 1) sfide e opportunità dei giovani nel mondo di oggi; 2) fede e vocazione, discernimento e accompagnamento; 3) l’attività pastorale e formativa della Chiesa.
La maggior parte dei partecipanti proveniva da gruppi e associazioni attive a livello locale, nazionale e internazionale. Tra di loro, io rappresentavo specificamente l’Associazione degli Studenti delle Università Pontificie Romane (SUPR) e indirettamente, la Federazione Internazionale dei Giovani Cultori della Liturgia Tridentina Iuventutem. Innumerevoli sono state le tematiche trattate: l’importanza della famiglia come luogo di formazione dei giovani e la sofferenza causata dalla sua attuale crisi; l’importanza dei modelli da seguire (scelti dai giovani o proposti dai mass media); la presa di coscienza dei propri limiti umani (in primis la morte); la necessità di accogliere il diverso senza rinunciare alle proprie radici e il ritorno alle tradizioni come fonte di valori fondanti per la vita; l’importanza di incontrare Gesù nel proprio intimo per vivere pienamente la fede.
Martedì 20 marzo è stato chiesto di riflettere sulla figura di Gesù e sul rapporto giovani-Chiesa. Abbiamo evidenziato come Gesù sia spesso visto dai giovani, cristiani e non, come un maestro di vita e spiritualità più che come Figlio di Dio. Di conseguenza anche il rapporto con la Chiesa è mutevole. Si è ribadita la necessità che la Chiesa sia capace di difendere i “principi non negoziabili” e insieme capace di ascolto e dialogo. Abbiamo rimarcato l’importanza di investire nei giovani e, d’altro canto, l’impegno ad essere responsabili.
Tra le iniziative da rafforzare, i giovani partecipanti al Gruppo Italiano 3 hanno proposto una più attenta analisi critica dei media e dei loro significati, i percorsi di arte e fede (come quello proposto da Santa Maria sopra Minerva a Roma), i pellegrinaggi, la formazione di animatori ed educatori. Decisamente degna di nota è la richiesta di maggiore spiritualità e di un approfondimento della comprensione dei gesti liturgici. Io stesso ho segnalato che il primo e più importante strumento di evangelizzazione non può che essere la buona retorica, intesa come arte che conduce alla Verità attraverso il linguaggio in ogni sua forma. Perché sia davvero efficace, tutto ciò non può che fondarsi sulla lettura e meditazione delle Sacre Scritture e sulla preghiera.
Nei giorni successivi (giovedì 22 e venerdì 23), dopo aver consegnato la sintesi delle nostre riflessioni ad una Commissione di redazione nominata dai coordinatori, i partecipanti hanno lavorato sul documento finale predisposto dalla stessa Commissione, che è stato approvato nell’Assemblea Plenaria tenutasi sabato 24.
Domenica 25 marzo i giovani hanno partecipato alla Messa solenne presieduta dal Papa in Piazza San Pietro, durante la quale Sua Santità ha ricevuto ufficialmente il documento finale.
Ora spetta a noi, che siamo stati chiamati dall’Europa, dall’Oceania, dall’Asia, dall’Africa e dalle Americhe, dare testimonianza di ciò che abbiamo ascoltato, detto e scritto. Un compito difficile ma con l’aiuto di Dio, non impossibile.