Kurt è un bimbo che cresce in Germania tra il periodo nazista e quello comunista, perdendo molti familiari a causa della guerra e delle sue ripercussioni. In un clima altamente ostile Kurt, sin da piccolo aspirante pittore e ormai adulto, è alla disperata ricerca di senso e di verità da poter esprimere attraverso la sua arte.
Werk ohne autor di Von Donnersmarck, vincitore del Leoncino d’Oro, è il film in concorso che più di tutti ha suscitato un netto disaccordo tra pubblico e critica: esaltato dall’uno e accolto senza entusiamo dall’altro.
Il film si compone come un trittico in cui le prime due parti contrappongono ideali e valori opposti: la visone nazista la prima parte, quella comunista la seconda; tutto ciò veicolato attraverso l’arte visiva, la forma di espressione di senso della vita per il protagonista.
Altresì importante è la relazione con le donne della sua vita, due Elizabeth. Da piccolo la zia, la quale spiccava per un carattere un po’ sopra le righe secondo il reich tedesco e per questo verrà internata in un manicomio. La seconda Elizabeth, figlia di un ex kapo delle S.S. e incontrata durante il periodo universitario, porterà a redimere la figura della prima, affiancando il protagonista nel viaggio verso la ricerca di senso, come sua moglie.
La peculiarità del film non risiede nella tecnica realizzativa, comunque ben curata (con specifico riferimento a fotografia e costumi), quanto nella trama in se stessa, la quale, aiutata da una buona recitazione degli attori, mantiene viva l’attenzione dello spettatore per tutta la durata del film.
Il regista attraverso questa storia emozionante (tratta da una vicenda vera) incita alla ricerca della via di espressione di sé e del proprio senso di vita: unico modo per fronteggiare i problemi e vivere in piena coscenza e libertà.
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Regia: Florian Henckel von Donnersmarck
Paese: Germania
Interpreti: Tom Schilling, Paula Beer, Sebastian Koch, Saskia Rosendahl, Oliver Masucci
Sceneggiatura: Florian Henckel von Donnersmarck
Fotografia: Caleb Deschanel
Montaggio: Patricia Rommel, Patrick Sanchez-Smith
Scenografia: Silke Buhr
Costumi: Gabriele Binder
Musica: Max Richter
Suono: Matthias Richter
Effetti speciali: Simon Giles