Venerdi 23 novembre è stata la prima udienza alla CPI di Alfred Yekatom, conosciuto anche con il nome di “colonnello Rambo”, personnaggio famoso durante la terza guerra civile centrafricana nel 2013. Con una popolazione di circa 4.500.000 abitanti e una superficie di 623 000 km2, la Repubblica del Centrafica è un paese che si trova nel centro dell’Africa da cui, appunto, deriva il suo nome. Il paese dopo la sua indipendenza, conoscerà diverse crisi e guerre civili. Dal 2013, dopo il Colpo di Stato che rovescia il presidente Bozizie, il paese affonda in una seria di violenze fra cristiani e musulmani in cui si affrontano da una parte le milizie della Seleka, l’alleanza di gruppi ribelli prevalenmtemente musulmani, e dall’altra gli Anti-balaka, che sono le milizie cristiane.
Durante questa guerra, Alfred Yekatom come capo di circa 3.000 cambattanti Anti-Balaka, sarebbe, secondo il CPI, colpevole di omicidio, tortura, mutilazioni, trattamenti inumani, attacchi contro la popolazione civile e contro edifici dedicati al culto. Il ”colonnnello Rambo”, sempre secondo la CPI, avrebbe direttamente commesso, ordinato, voluto, incoraggiato e facilitato questi crimini commessi a Bangui, la capitale, e nella città di Lobaye nel sud del paese. Sotto sanzione dell’ONU e con un mandato di arresto lanciato dalla CPI per crimi di guerra, l’uomo, quaranta anni, per sfuggire alla giustizia dopo la guerra, si “converte” in uomo politico, e si fa elegere nel 2016 come deputato.
Un uomo di guerra lo rimane sempre! il nuovo deputato darà ragione a questo proverbio perché l’errore che lo porterà di fronte alla CPI, sarà addiritura una gaffe commessa da lui nel parlamento il 29 ottobre, quando non essendo d’accordo con uno dei suoi colleghi deputati, Alfred Yekatom estrae la sua arma minacacciandolo e sparando in aria due colpi. Panico nell’Aula e l’ex-capo delle milizia viene arrestato. Un’opportunità per il governo del paese e della CPI che era attesa per poterlo interrogare su tutti gli atti criminali che gli sono rimproverati dal 5 dicembre 2013 all’ottobre 2014.
Il procuratore della CPI, Fatou Bensouda, in una conferenza stampa ha confermato il trasferimento e le accuse contro il suo nuovo “ospite”. Il processo sarà certo lungo nella ricerca della verità e nell’applicazione della giustizia nel nome delle vittime.
Il caso di Alfred Yekatom è un segnale forte dato al mondo intero per lottare contro i crimi dell’umanità e di guerra. Speriamo che l’azione delle CPI non si fermi solo in Africa, ma anche in altre parti del mondo dove ci sono agressioni e violazioni dei diritti umani.