Proclamata nel 1992 con la risoluzione 47/3 dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite, il 3 dicembre 2018, è stata celebrata la 26ma Giornata Internazionale delle persone con disabilità con il tema “Rafforzare le persone con disabilità garantire l’inclusione e l’uguaglianza”.
Circa 1 miliardo di persone nel mondo vivono con un qualsiasi disabilità e si sottopongono all’isolamento e alla discriminazione. In Italia, sono 4.360.000 le persone con disabilità, ossia il 7,2 per cento della popolazione. La celebrazione di questa giornata è un’opportunità per prestare maggiore attenzione a tutte le persone che soffrono di una disabilità fisica, mentale, funzionale, relazionale ed emotiva, e per migliorare le condizioni del loro accompagnamento durante tutto l’anno.
L’Osservatorio Nazionale sulla salute nelle regioni italiane nell’occasione di questa celebrazione ha pubblicato una relazione il 30 novembre 2018. E’ opportuno sottolineare di questo documento tre aspetti:
1) La situazione sociale delle persone disabili: circa 42 per cento dei disabili vive da solo con una perdita di autonomia, 1/4 con problemi di mobilita e molti con problemi psicologici. Secondo il rapporto, «una persona ultra 50enne su dieci non è autonomo nell’uso del telefono, nel prendere le medicine o nel gestire le proprie risorse economiche. Oltre un quarto non è in grado di prepararsi i pasti, fare la spesa o svolgere le attività domestiche».
2) In Italia ci sono pochi servizi e risorse disponibile rispetto agli altri paesi della UE: per la protezione sociale, secondo la stessa relazione, «nel 2016, sono stati spesi circa 28 miliardi di euro, il 5,8% del totale della spesa per la protezione sociale. L’impegno economico per questa funzione nei principali Paesi è fissato, mediamente, al 7,3% della spesa per la protezione sociale.»
3) La carenza di servizi e assistenza formale da parte del sistema sociale: questa situazione fa sì che le famiglie si carichino la maggior parte dei servizi di assistenza e di cura. Ma con la bassa natalità nel paese ci si può chiedere nel futuro se le famiglie ce lo faranno.
Bisogna rivalutare le politiche di governo, in maniera che siano preso in considerazione le persone che vivono con disabilita per mettere al loro servizio dispositivi materiale di sostegno e risorse umane. Bisogna impegnarsi di più per ridurre le disuguaglianze e promuovere l’inclusione sociale “per un nuove modo di vivere e vedere la disabilità”.