13 Mar 2019

“Che Dio ci aiuti”, la fiction che fa riflettere sulla vocazione religiosa

Suor Angela si prodiga per gli altri in un convento che ha al proprio interno un bar. Stare in mezzo agli altri è importante, ma la radice della vocazione è nel rapporto con Dio

di Celine Thimena RAJENDRAN e Céline Louisette RAHANTASOA

 

Sta per concludersi anche la quinta edizione della serie tv “Che Dio ci aiuti”. Una fiction di grande successo, che mette a fuoco le vite e le vicende di persone diverse alle prese con le proprie difficoltà, i propri dolori e le proprie speranze. Un episodio ha espresso la filosofia di questa serie citando per esempio la frase di San Paolo Omni in bonum (tutto concorre la bene). Con l’avvento di spettacoli cinematografici fluidi e dei serial, il tema del “buon cuore” segna una differenza e diventa una possibilità di analizzare le proprie convinzioni personali.

 

“Che Dio ci aiuti” è una fiction prodotta dalla casa di produzione Lux Vide (ITALIA) ha per protagonista suor Angela  (interpretata da Elena Sofia Ricci), che dopo aver fatto un’esperienza amara nella sua vita decide entrare nel Convento degli Angeli custodi a Modena, che gestisce un convitto all’interno del quale si trova un bar, chiamato l’Angolo Divino, per facilitare l’avvicinarsi della la gente. Per mancanza di vocazioni, il convento è stato trasformato in un convitto. Questo cambio di identità dell’istituzione permette alle suore di essere in mezzo alla gente e di entrare nelle vicende della loro vita quotidiana.

Nella stagione 5, episodio 5, ad esempio, si parla di come un click può cambiare una vita totale, sia in bene che in male. È bastato un click, infatti, per lanciare la pubblicazione delle foto di Maria e questo l’ha intrappolata in una situazione difficile. Nell’episodio 7 si parla delle le fissazioni che noi abbiamo nella vita, perché abbiamo paura, e che ci fanno cambiare perfino nei nostri atteggiamenti. Nell’episodio 9 si parla della deviazione inaspettate che possono avere le vicende nella vita: una relazione, quando non è chiara, va sempre storta, una vocazione, quando non è custodita, devia. Questi tre episodi, fanno capire le complicazioni che si presentano nella vita.

Suor Angela porta soccorso nelle diverse situazioni della vita:problemi familiari, litigi tra i fidanzati, tradimenti, paura… Ogni volta che deve affrontare problemi grossi, va a incontrare Gesù nella preghiera personale o a parlare di Lui alle persone in crisi.

 

Da un’altro punto di vista, è interessante notare come questa fiction racconta la vita religiosa. Si pongono alcune domande: è vero che la vita religiosa è testimonianza di fede nel mondo, ma “può la vita religiosa essere limitata allimpegno per risolvere i problemi degli altri in tutti casi e a tutti costi”? La formazione alla vita religiosa, potrebbe limitarsi a imitare ciò che fanno le suore, senza alcun approfondimento interiore o studio serio delle regole? In realtà, la fecondità della vita religiosa attinge forza nella vita incarnata in Cristo. Non è un rifugio per risolvere i problemi personali, e chi non è convito della vocazione non sarà mai felice nel convento.

La chiesa afferma che per la vita consacrata: “Un primo valore è dato dalla centralità dell’ascolto della Parola di Dio” e che essa non è una realtà isolata e marginale, ma tocca tutta la Chiesa.

 

Papa Francesco sottolinea che una delle difficoltà nella vita religiosa oggi è il calo delle vocazioni, a parte l’invecchiamento dei suoi membri, i problemi economici, la sfida dell’internazionalità e della globalizzazione. Il convento di “Che Dio ci aiuti” è stato appunto rinnovato per mancanza di vocazioni. La domanda allora si pone ad ognuno: “Che cosa si deve fare per attrare nuove vocazioni”?

L’essere umano cerca di realizzare il piano che Dio che ha progettato per ciascuno. In una breve scena la modalità, il significato, il potere e la bellezza della preghiera sono chiaramente rappresentati. La conversazione di Suor Angela con Dio, alla fine della giornata è meravigliosa. Parla della necessità di portare tutto a Dio in preghiera. “Dio è il mio migliore amico e chiacchieriamo così”, dice Sr. Angela a una novizia. Ma questo deve essere diventare una natura, un soffio per respirare.

È necessario ed è urgente portare salvezza al mondo; ma è fondamentale radicarsi nell’appartenenza irreversibile a Cristo, senza dimenticare l’aspetto discreto della vita comunitaria, fondamento della vita religiosa.

Foto presa da : http://paroleacolori.com/che-dio-ci-aiuti-5-recap-della-prima-puntata-e-anticipazioni-della-seconda/

 

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