Queste due figure lasciano sempre un segno nella vita dei propri figli. La mamma ed il papà sono le prime figure con le quali entriamo in relazione, e l’affetto che sentiamo da parte loro, influenza sia la stima che l’idea che abbiamo di noi stessi. Ecco perché essere genitori è una grande responsabilità.
Sono stati, e lo sono ancora al giorno d’oggi, tanti gli artisti che hanno raccontato della propria famiglia nelle loro opere, in tanti hanno deciso di parlare in particolare dei propri genitori.
Giordana Angi, giovane cantante che gareggia nel talent show “Amici”, ha da poco pubblicato un brano dal titolo Quante volte ad aspettarti. Una canzone dedicata al padre. Le sue parole fanno entrare chi ascolta nel vivo di un rapporto difficile, che viene raccontato con le parole cariche di rabbia, ma dalle quali trapela il grande bene che una figlia, nonostante tutto, vuole a suo padre. All’inizio la voce della ragazza è pacata, e parla di un silenzio che viene interrotto dopo anni. La voce della Angi, poi, si fa sempre più carica, e le parole dette nel ritornello vengono quasi urlate.La ragazza si rivolge al padre dicendogli: “Quante volte ad aspettarti, e tu dov’eri? Quante volte ad aspettarti e tu non c’eri“. Dopo questo vero e proprio sfogo, il tono della cantante torna ad essere sereno, quasi come se volesse farci comprendere che dopo tanta rabbia e delusione che non dimentica, è riuscita comunque a perdonare il padre per la sua assenza.
Le assenze sono infatti difficili da accettare, soprattutto se si tratta di quella di un appiglio così importante come quello della figura di un genitore.
Ce lo spiega anche Massimo Gramellini, nel suo libro Fai bei sogni, che è poi diventato anche un film.
Lo scrittore ci racconta, velatamente, la sua storia.
La difficile storia di un bambino che perde la mamma, che lo saluterà con delle parole che riecheggiano nella sua testa: “Fai bei sogni, piccolino”.
Parole che entrano in contraddizione con il vero e proprio incubo nel quale verrà catapultato il bambino: sua mamma, il giorno dopo avergli detto questa frase, non c’è più.
Il piccolo Massimo non capisce sin da subito cosa sta succedendo, e questo “non capire” si trasformerà poi in un vero e proprio rifiuto ad accettare una verità così difficile.
Il bambino diventerà poi un uomo che non è riuscito a fare i conti con il suo passato, e con il suo dolore. Un uomo che è cresciuto con un forte senso di inadeguatezza e di abbandono, che scopre il dramma vissuto dalla madre.
Massimo, ormai adulto, capisce che non accettare la realtà vuol dire vivere a metà. Ecco perché, Gramellini, attraverso questo libro decide di raccontarsi scandagliando un dolore nascosto nell’angolo più buio del proprio cuore che, una volta illuminato, gli permette di accettare sé stesso e la propria storia.
Raccontare della propria famiglia, e del rapporto che si ha con i propri genitori vuol consegnare una parte importante ed intima della propria vita.