Il 10 giugno scorso, il presidente della Repubblica del Mali, Ibrahim Boubacar Keïta, ha decorato Grande Ufficiale Ordine al Merito della Repubblica del Mali Padre Edmond Dembélé, attualmente studente di dottorato in Scienze dell’educazione presso l’UPS, per le sue azioni a favore della pace e della coesione sociale in Mali. Questo titolo onorifico, il secondo ricevuto in meno di un anno, è un riconoscimento per le buone opere di Don Dembélé.
In effetti, in momenti di forte crisi per il Mali, Don Dembélé, allora Segretario Generale della Conferenza Episcopale del Mali, attraverso numerosi interventi è riuscito a dare un contributo positivo alla soluzione dei conflitti, in particolare in occasione della la crisi politica del 2012 e di quella connessa alla revisione costituzionale del 2017.
Ricordiamo che nel 2012, il paese ha vissuto una delle peggiori crisi della sua storia, con il rovesciamento del presidente eletto, Amadou Toumani Touré, da parte di una giunta militare. Con questo colpo di stato, il copro dei paracadutisti, più conosciuti come Berretti Rossi, che assicurava la custodia del presidente e godeva di molti vantaggi, si è trovato nel mirino della giunta al potere (Comitato Nazionale per il Risanamento della Democrazia e il Ripristino dello Stato).
I Berretti Rossi, peraltro, dopo diversi mesi hanno provato a riconquistare il potere. Ne è seguito uno scontro che ha causato diversi morti.
Per evitare una situazione ancora più caotica e soprattutto per reindirizzare l’attenzione verso la sofferenza delle popolazioni del Nord, che stavano affrontando la crescente minaccia dello jihadismo, Don Dembélé è intervenuto con altri leader religiosi per una soluzione pacifica del dissenso fra questi due corpi militari. Con il risultato chem nel gennaio 2013, viene firmato un accordo tra i due corpi militari.
Nel 2017 il presidente laliano di allora, Ibrahim Boubacar Keïta, ha sospeso il suo progetto di tenere un referendum sulla revisione della costituzione; si è così allentata la tenzione che rischiava di esplodere, dopo settimane di tensione tra sostenitori e oppositori del progetto.
È la prima volta che un sacerdote riceve questa onorificanza, in un Paese prevalentemente musulmano. E in qualche modo essa è un riconoscimento dell’azione e dell’impatto positivo che ancora esercita la Chiesa attraverso tanti uomini e donne come Don Dembélé.