Adesso sono i giovani che mettono in cantiere molte iniziative: stiamo parlando delle generazioni X, quelli nati dopo il 2000. Sono loro i veri promotori di iniziative e prese di posizione a favore di un cambiamento forte e deciso sui temi riguardanti la crisi sull’impatto ambientale.
Eppure, stimolare una maggiore sensibilizzazione a partire dalle scuole, sarebbe fondamentale per far crescere i giovani con una maggiore consapevolezza sul tema: inserire nelle scuole questo tema, parlare e confrontarsi è un ottimo punto di inizio per porre le basi di un futuro migliore.
Purtroppo, a testimoniare che la situazione sta peggiorando, ci sono molti dati. Ad esempio, quelli che ci dicono che anche la vegetazione, e non solo la fauna, è a rischio istinzione. Lo dimostra uno studio pubblicato su una rivista specializzata Nature Ecology and Evolution,realizzata dai giardini botanici reali di Kew (Londra) e dall’Università di Stoccolma, secondo il quale si sono estinte oltre 571 specie di piante. Questi dati, pur allarmanti, sono probabilmente sottostimati da parte dei ricercatori e non rendono bene la grande portata di questa minaccia, che colpisce adesso anche la vegezione, ma non solo.
Lo scorso maggio un rapporto dell’Ipbes (agenzia dell’Onu sulla biodivesità) attestava che sono in circa un milione (una su otto) le specie animali e vegetali, che rischiano l’estinzione in tempi molto brevi.
Dati allarmanti che fanno riflettere, su come l’uomo stia distruggedo il pianeta e come il problema non può essere affrontato solo attraverso iniziative, anche se alcune di quelle che sono state prese in questi anni, sono fonamentali. Il problema è che a volte rimangono solo delle chimere, a partire dal Protocollo di Kyoto, sottoscritto nel 1997 e formulato per ridurre le emissioni di gas inquinanti nell’atmosfera, e dall’Atto Unico Europeo (1987), che tratta un capitolo specifico sull’ambiente. Ciò nonostante, è da qui che si comincia ad avere una maggiore consapevolezza del problema.
Sarebbe stato necessario, già a partire dagli anni 70, un un cambio di mentalità, da acquisire e da diffondere attraverso l’educazione e l’informazione ambientale, affichè ci fosse una presa di coscienza anche a livello internazionale. Si era iniziato con la creazione dell UNEP, un organismo dell’Onu che aveva proprio il compito di sensibilizzare l’opinione pubblica per una maggiore coscienza ambientale.
L’impegno delle isitituzioni e le varie iniziative, avrebbero maggiore efficacia se unite a un cambio di mentalità e a una presa di coscienza.