I giovani d’oggi sono pronti per gestire il futuro del nostro paese? Possiamo considerarli davvero pronti?
La nuova generazione, ormai da molti anni, vive all’interno dei social network, tra i quali troviamo principalmente Instagram, WhatsApp e Facebook. Sono vincolati da questa sorta di “mondo virtuale” all’interno del quale sembrano nascondersi per non affrontare le difficolta e gli ostacoli che la realtà quotidiana ti pone davanti. Per capire meglio questa breve introduzione basta osservare lo studio statistico effettuato da Agcom riguardante la popolazione che naviga abitualmente e in modo maggiore in rete (dati in %).
Il nostro Paese, sia nell’ambito prettamente giovanile (18-24 anni), che nell’ambito giovanile-adulto (25-34), risulta avere la popolazione con percentuale maggiore a navigare in rete pari al 98,8 %. Questo cosa significa? Significa che i giovani si stanno chiudendo sempre più in loro stessi, significa che i giovani navigano in rete perché si sentono tutelati e liberi di dire la loro opinione e significa che, anche se in modo particolare, in questo mondo loro ci si trovano e si sentono a proprio agio.
La colpa è solo la loro? Certamente no, viviamo in un mondo privo di opportunità, in un mondo dove non esiste meritocrazia, ma nel quale vale la legge del più forte, chi ha più potere ha più possibilità quindi i giovani sono soli e abbandonati a loro stessi. Come si fa a costruirsi un futuro se nessuno ci aiuta a svilupparlo? Spesso viene chiesto ai giovani per quale motivo, giunti alla maggiore età, “scappino” dal nostro Paese; loro evadono, si liberano e si recano in posti esteri che offrono più occasioni. Infatti, osservando il grafico, si può vedere come ad esempio il Regno Unito sia una delle popolazioni a non dipendere da internet e dai social ed è proprio per questo che la maggior parte dei giovani italiani vanno a cercare fortuna in Inghilterra.
Un altro fattore preoccupante, che riguarda il nuovo millennio, è la voglia e la curiosità nell’informarsi.
I giovani non hanno molta curiosità nel sapere quali fenomeni avvengano nel proprio mondo, sembrano estraniarsi da ciò che li circonda, una specie di menefreghismo che non li porterà da nessuna parte.
Partendo sempre da uno studio statistico effettuato da Agcom, possiamo intuire come la maggior parte delle persone vogliose di informarsi sia caratterizzato da coloro che possiamo considerare maturi, ovvero coloro che oscillano tra i 24-35 anni e gli over 35, con una percentuale che varia: i primi con caratterizzano il 90,5%, mentre i secondi rappresentano l’88,7%.
Da questi dati capiamo come i giovani sono totalmente disinteressati dall’essere informati e acculturati: non può essere un caso che le percentuali maggiori siano composte da coloro che hanno una media di età tra i 25-34 anni e 35 e più anni.
Come si fa a risolvere questo problema? Bisognerebbe trovare in primis un modo di comunicare efficace, quindi un modo che sia giovanile e molto interattivo, evitando così periodi di noia e di disattenzione. E infine si potrebbe partire da un argomento che sia in grado di attirare la loro attenzione, come ad esempio lo sport o la moda, qualcosa che li riguardi in prima persona.
Ma quali sono i mezzi tramite i quali i giovani si possono informare? Basandoci sempre su uno studio effettuato da Agcom si possono individuare alcuni determinati dati.
I giovani si informano solo tramite internet (60,4%) Questo fatto ovviamente non va bene e deve essere migliorato: cerchiamo di far appassionare la popolazione giovanile ai quotidiani, diffondiamo messaggi più efficaci, in grado di creare curiosità e interesse. I giovani devono essere il nostro futuro quindi motiviamoli e aiutiamoli nel loro percorso di crescita per renderli migliori.