È da poco trascorsa la Giornata mondiale contro la cyber-censura, il 12 marzo. Si tratta di un’iniziativa di Reporters sans frontières (RSF) per ricordare che internet dovrebbe essere uno strumento di libertà di pensiero ed espressione e accessibile a tutti.
Cos’è la cyber-censura e di cosa parliamo quando citiamo RSF?
“Nei Paesi in cui i mezzi di comunicazione tradizionali sono sotto il controllo del potere, l’unica informazione indipendente può essere trovata su Intenet, diventato anche forum di discussione e rifugio per coloro che desiderano parlare liberamente” RSF
Cyber-censura
Il periodo storico nel quale ci troviamo a vivere è caratterizzato da una continua possibilità di conoscenza quasi illimitata, il tutto grazie allo strumento internet. Le informazioni possono essere messe in circolo in maniera rapida e massicciamente diffusa, portando chiunque ad accedere a dati di qualunque natura in qualunque luogo raggiungibile dalla rete. Una possibilità di conoscenza tale che nelle epoche precedenti era considerata appartenente solo alla fantascienza.
Nonostante ciò, mai come oggi la libertà di far circolare informazioni è così fragile, inoltre, nel mondo, circa una persona su tre non ha accesso alle comunicazioni online.
Reporters sans frontières
“il diritto alla libertà di opinione e di espressione” e anche il diritto di “cercare, ricevere e trasmettere” informazioni e idee “indipendentemente dalle frontiere.
RSF agisce attraverso ricorsi alle autorità governative, petizioni, comunicati stampa, campagne promozionali per la sensibilizzazione dell’opinione pubblica e assiste i giornalisti in difficoltà a causa dell’oppressione di alcuni governi. Si fa anche carico di combattere la cyber-censura. L’associazione raccoglie informazioni sullo stato della libertà di stampa nelle diverse nazioni in cui è maggiormente a rischio, fornendo una mappa qui consultabile. All’interno di questa classifica l’Italia si trova, solo, al 41esimo posto:
RSF ha creato anche il “Netizen Prize” e l’indice dei “Nemici di Internet” che identificano i paesi che censurano il Web in maniera più massiccia.
In alcuni governi la cyber-censura viene messa in atto soprattutto in periodi di elezioni oppure quando si manifestano attacchi terroristici, rivolte o comunque manifestazione di dissenso vers governo, come avviene in Tunisia o in Egitto. Si classificano tra i peggiori la Cina, seguita da Siria e Iran. La Corea del Nord non è monitorata.
Non mancano le azioni, anche creative, per combattere la cybercensura aggirandola, come testimonia The Uncensored Library in Minecraft.
RSF, creates a loophole to overcome censorship by building a safe haven for press freedom. Where? Within one of the world’s most successful video games, @Minecraft. https://t.co/2O6SQqDXBQ#TruthFindsAWay pic.twitter.com/W4qU0oHyVV
— RSF (@RSF_inter) March 12, 2020
Restano molte le sfide da affrontare nella lotta alla cyber-censura, soprattutto in un momento delicato per la libertà di stampa come è la pandemia che stiamo affrontando.
Dal punto di vista governativo il confine tra sicurezza dei cittadini e libertà di stampa rimane molto delicato. Resta, però, la consapevolezza che solo un governo solido e trasparente nel con concedere piena legittimità al diritto d’espressione in tutte le sue forme può definirsi un’istituzione solida e democratica.