Cinque anni dopo che le Nazioni Unite (ONU) hanno promulgato l’Agenda 2030 con i suoi 17 obiettivi, è necessario guardare indietro per valutare i passi fatti dai Paesi del mondo per raggiungere questi obiettivi. In Italia, una delle principali strutture che lavorano nel campo del monitoraggio dell’Agenda 2030 è l’ASviS (Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile). Questa agenzia, dal 2016, pubblica un rapporto annuale di monitoraggio, che valuta lo stato di avanzamento dell’Italia rispetto agli Obiettivi dell’Agenda 2030.
Nel 2020, l’ASviS ha pubblicato un rapporto intitolato L’Agenda 2030 in Italia a cinque anni dalla sua adozione: una review quantitativa. Questo rapporto presenta la valutazione fatta da varie agenzie, tra cui l’ASviS stessa, sull’attuazione dell’Agenda 2030 in Italia, in Europa e nei paesi del G20. La valutazione è stata fatta sulla base di 105 indicatori elementari prodotti dall’Istat, dal Sistema statistico nazionale o da altre fonti verificate.
Presentiamo, in questo articolo, alcune righe del rapporto. L’ASviS nota che tra il 2018 e il 2019, l’Italia ha:
- registrato miglioramenti per quattro Obiettivi: Sconfiggere la povertà (1), lavoro dignitoso e crescita economica (8), Garantire modelli sostenibili di produzione e di consumo (12) e Promuovere società pacifiche e più inclusive per uno sviluppo sostenibile (16);
- mostrato una sostanziale stabilità per dieci Obiettivi: Sconfiggere la fame (2) Assicurare la salute e il benessere per tutti e per tutte le età (3), Assicurare un’istruzione di qualità, equa ed inclusiva (4), Raggiungere l’uguaglianza di genere e l’empowerment (5), Garantire a tutti la disponibilità e la gestione sostenibile dell’acqua e delle strutture igienico-sanitarie (6), Assicurare a tutti l’accesso a sistemi di energia economici, affidabili, sostenibili e moderni (7), Ridurre le disuguaglianze (10), Lotta contro il cambiamento climatico (13), Proteggere, ripristinare e favorire un uso sostenibile dell’ecosistema terrestre (15) e Rafforzare i mezzi di attuazione e rinnovare il partenariato mondiale per lo sviluppo sostenibile (17);
- ha registrato peggioramenti per due Obiettivi: Costruire una infrastruttura resiliente e promuovere l’innovazione ed una industrializzazione equa, responsabile e sostenibile (9) e Rendere le città e gli insediamenti umani inclusivi, sicuri, duraturi e sostenibili (11).
Prendendo in consdierazione un periodo più lungo, compreso tra il 2010 e il 2019, l’Italia è migliorata in otto Goal: alimentazione e agricoltura sostenibile (SDG 2), salute (SDG 3), educazione (SDG 4), uguaglianza di genere (SDG 5), sistema energetico (SDG 7), innovazione (SDG 9), modelli sostenibili di produzione e di consumo (SDG 12), lotta al cambiamento climatico (SDG 13).
Per sei Obiettivi, invece, il nostro Paese è peggiorato: povertà (SDG 1), acqua (SDG 6), condizione economica e occupazionale (SDG 8), disuguaglianze (SDG10), ecosistema terrestre e cooperazione internazionale (SDG 17); mentre per i restanti tre (condizioni delle città, ecosistema marino e pace, giustizia e istituzioni solide) la condizione appare sostanzialmente invariata.
I dati riportati nell’ultimo Rapporto comprendono considerazioni inerenti all’impatto della pandemia da COVID-19 su ciascun obiettivo.
E l’ASviS conclude che «sebbene già prima della diffusione del virus l’Italia non fosse sulla buona strada verso lo sviluppo sostenibile, la crisi economica e sanitaria globale ha senz’altro determinato un rallentamento nel raggiungimento dell’Agenda 2030».
L’SDSN Italia SDGs City Index della Fondazione Eni Enrico Mattei
Un’altra istituzione menzionata in questo rapporto che opera nell’attuazione dell’Agenda 2030 in Italia è la Fondazione Eni Enrico Mattei. Questa fondazione ha sviluppato due anni fa l’SDSN Italia SDGs City Index, un indicatore composito che servisse come strumento per fornire il grado di implementazione degli SDGs (Sustainable Development Goals) nei comuni-capoluogo di provincia del nostro Paese.
L’obiettivo di questa SDSN (Sustainable Development Solutions Network) è di «aiutare gli amministratori locali ad affrontare le sfide ancora aperte che interessano le singole città, ma anche per elaborare un database consolidato di indicatori sullo sviluppo sostenibile urbano in Italia da monitorare nel tempo».
A due anni dalla pubblicazione del Report “Per un’Italia sostenibile: l’SDSN Italia SDGs City Index”, la Fondazione ha pubblicato i dati aggiornati al 2020 per 103 comuni-capoluogo di provincia italiani, sulla base di 46 indicatori elementari (per dettagli si rimanda all’Allegato 2) per 16 su 17 Obiettivi di Sviluppo Sostenibile ad eccezione, per motivi di comparabilità, del Goal 14 (La vita sott’acqua).
Basandosi sulla metodologia di SDSN e rappresentando i dati attraverso i colori di un semaforo – verde, raggiungimento della sostenibilità tra l’80% e il 100%; arancione, tra il 50% e l’80%, giallo, tra il 20% e il 50% e rosso, tra lo 0 ed il 20% – dai risultati è emerso come la sostenibilità media delle città italiane si attesti tra la fascia gialla e arancione del semaforo: nello specifico, non vi è alcuna città, tra quelle analizzate, che ha raggiunto più dell’80% della sostenibilità complessiva, e nessuna che ha raggiunto meno del 20% della stessa. L’indice composito infatti, ottenuto considerando contemporaneamente tutti gli indicatori elementari che compongono i singoli Goal, fissando al 100% il pieno raggiungimento dei target internazionali dell’Agenda ONU, ha dimostrato come mediamente le città italiane ne hanno raggiunto il 53%.
Le sfide che le città italiane devono affrontare con priorità si traducono nel garantire sistemi di energia pulita e accessibile ed incentivare l’uso di energie rinnovabili (Goal 7), sconfiggere le forme di fame e malnutrizione (Goal 2), e finanziare l’innovazione e le infrastrutture (Goal 9). Al contrario, nelle città italiane l’SDG 1 (Povertà zero) è quello che presenta i risultati migliori, seguito dall’SDG 6 (Acqua pulita e igiene) e l’SDG 17 (Partnership per gli Obiettivi) entrambi con un risultato complessivo delle città sopra il 60% del raggiungimento dei target.
I due rapporti indicano che l’Italia, nonostante le difficoltà causate dalla pandemia di Covid-19, sta procedendo verso l’Agenda 2030. Anche se c’è ancora molto da fare, si stanno facendo progressi. Resta da vedere che gli sforzi fatti finora da tutti (autorità pubbliche e istituzioni private) per raggiungere questi obiettivi non si estingueranno presto. Al contrario, devono essere rafforzati.