Se le api sparissero dalla faccia della terra…

Api: una specie fondamentale per l’ecosistema, ma a rischio. Ecco perché urge sensibilizzare l'opinione pubblica sull'importanza della salvaguardia di questi insetti

«Se l’ape scomparisse dalla faccia della terra, all’uomo non resterebbero che quattro anni di vita».

Un’affermazione che viene attribuita (in modo errato) ad Albert Einstein, ma che ben rappresenta il valore inestimabile che questi insetti rappresentano per la sopravvivenza del Pianeta. 

Ogni anno, il 20 maggio, si celebra la  Giornata mondiale delle api. Nata il 18 ottobre 2017, su volere dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite, il World Bee Day punta a sensibilizzare l’opinione pubblica sull’importanza delle api (e di altri impollinatori), per la consapevolezza dello straordinario ruolo di sentinelle ambientali e di sostegno della biodiversità svolto dalle api, allevate e selvatiche.

Si tratta, dunque, di una giornata nata all’interno dell’Assemblea generale della Nazioni Unite. Gli Stati che fanno parte dell’Assemblea hanno, infatti, accolto una proposta della Slovenia, che ha voluto ricordare a tutti l’importantissimo ruolo svolto da questi insetti. La risoluzione è stata co-sponsorizzata da 115 Stati membri delle Nazioni Unite, tra cui Stati Uniti, Russia, Canada, Cina, India, Brasile, Argentina, Australia e Unione europea.

Il 20 maggio è stato scelto poiché coincide con la data di nascita di Anton Janša (1734-1773), pioniere delle tecniche di apicoltura moderne nel suo paese natale, la Slovenia. Questa data è stata scelta anche per il ruolo ricoperto dalla Slovenia nella promozione di questa importante giornata e dell’apicoltura e delle api in generale.

Oggi la FAO organizza un evento virtuale organizzato dalla FAO sul tema “Bee committed. Build Back Better for Bees”, mutuando lo slogan della Strategia ONU “Ricostruire meglio”(BBB) per il ripristino delle infrastrutture e dei sistemi sociali al fine di ridurre i rischi di futuri disastri, ripreso poi dal Presidente USA Joe Biden per il Piano per il rilancio del Paese dopo la pandemia.

È giunto il momento di ripensare a come ci relazioniamo alla natura e agli impollinatori – si legge sul sito della FAO dedicato all’evento – e quali azioni possiamo intraprendere per sostenere questi minuscoli lavoratori e i milioni di mezzi di sussistenza che, a loro volta, essi sostengono”.

 

Perché le api sono a rischio?

Le api sono costantemente minacciate dagli effetti combinati dei cambiamenti climatici, dell’agricoltura intensiva, dei pesticidi, della perdita di biodiversità e dell’inquinamento, e la cui riduzione costituisce motivo di preoccupazione per la sicurezza alimentare delle future alimentazione. Inoltre le api si trovano a dover affrontare parassiti o cacciatori (taluni non autoctoni). Per tali ragioni, il CREA (Consiglio per la Ricerca in agricoltura e l’analisi dell’Econimia Agraria), con il suo centro di ricerca Agricoltura e Ambiente, erede dell’Istituto Nazionale di Apicoltura nato negli anni ’30, si occupa da anni di monitorare lo stato di salute delle nostre sentinelle ambientali.

I tassi di estinzione degli impollinatori sono da 100 a 1.000 volte superiori al normale a causa degli impatti umani. Quasi il 35% degli impollinatori invertebrati, in particolare api e farfalle, e circa il 17% degli impollinatori vertebrati, come i pipistrelli, rischiano l’estinzione a livello globale.

Pollinator Park

Nella nuova Strategia sulla biodiversità dell’UE, prevista dal Green Deal europeo, da titolo “Riportare la natura nella nostra vita”, al 2° posto tra gli obiettivi del Piano di ripristino degli ecosistemi, c’è: “Invertire la tendenza alla diminuzione degli impollinatori”. Per sostenere tale obiettivo la Commissione ha comunicato che verrà riesaminata ed eventualmente completata con proposte di misure supplementari l’Iniziativa sugli impollinatori, avviata nel 2018, nell’ambito della quale lo scorso marzo ha lanciato Pollinator Park” , strumento digitale interattivo per aumentare la consapevolezza sull’allarmante declino degli impollinatori e mobilitare l’azione globale per affrontarlo. Progettato in collaborazione con Vincent Callebaut, “archibiotect” di fama mondiale, Pollinator Park offre uno scorcio del cupo futuro che ci attende a meno che non cambiamo radicalmente il nostro rapporto con la natura.

Disponibile pubblicamente come versione web e nella realtà virtuale, invita i visitatori a conoscere gli impollinatori, a cimentarsi con l’impollinazione, a fare la spesa in un mondo privo di impollinatori e a scoprire come possono aiutare a evitare questo non improbabile catastrofico futuro.

L’importanza delle api

Grazie all’impollinazione, infatti, le api sono fondamentali per garantire la biodiversità. Oltre il 75% delle colture alimentari mondiali è il frutto del loro lavoro. Secondo la FAO, 71 delle 100 colture più importanti al mondo si riproducono grazie all’impollinazione.

Secondo l’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale, su scala globale, più del 90% dei principali tipi di colture sono visitati dagli Apoidei e circa il 30% dai ditteri (tra cui le mosche), mentre ciascuno degli altri gruppi tassonomici visita meno del 6% delle colture. Alcune specie di api, come l’ape occidentale (Apis mellifera) e l’ape orientale del miele (Apis cerana), alcuni calabroni, alcune api senza pungiglione e alcune api solitarie sono allevate (domesticate); tuttavia, la stragrande maggioranza delle 20.077 specie di  apoidei conosciute al mondo sono selvatiche.

Gli impollinatori svolgono in natura un ruolo vitale come servizio di regolazione dell’ecosistema. Si stima che l’87,5% (circa 308.000 specie) delle piante selvatiche in fiore del mondo dipendono, almeno in parte, dall’impollinazione animale per la riproduzione sessuale, e questo varia dal 94% nelle comunità vegetali tropicali al 78% in quelle delle zone temperate (IPBES, 2017). È stato dimostrato che il 70% delle 115 colture agrarie di rilevanza mondiale beneficiano dell’impollinazione animale (Klein et al., 2007); inoltre l’incremento del valore monetario annuo mondiale delle produzioni agricole ammonta a circa 260 miliardi di euro (Lautenbach, 2012). In Europa la produzione di circa l’80% delle 264 specie coltivate dipende dall’attività degli insetti impollinatori (EFSA, 2009).

Al museo

Per chiunque avesse voglia di farsi un giro al museo per sapere di più sulla tematica, il Museo Civico di Zoologia ha dedicato la mostra “La via delle api” (visitabile fino al 27 giugno 2021) proprio a questi temi e, in occasione della Giornata Mondiale delle Api, organizza il webinar “Sulla via delle api”, in collaborazione con l’Istituto Zooprofilattico Sperimentale del Lazio e della Toscana “M. Aleandri” e l’Associazione di Apicoltori Gruppo Api Sparse (GAS), co-organizzatori della mostra, e l’Istituto Superiore per la Protezione dell’ambiente (ISPRA), per conoscere più da vicino il fantastico mondo dell’ape mellifera e le azioni che si stanno mettendo in atto per far conoscere e per salvaguardare questi insetti, sia a livello nazionale sia su scala locale.

Tra le tante iniziative (anche se state cercado un regalo alternativo) vi è la possibilità di adottare un alveare.

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