Nel continente africano, la malnutrizione è in continuo aumento e oggi ci sono «256 milioni di persone colpite dalla fame», afferma Dejan Jakovljevic, vicedirettore dell’Onu per l’alimentazione e l’agricoltura (Fao), con sede a Roma.
Secondo l’Unione africana, nel 2050, «la fame costerà ai Paesi africani dall’1,9 al 16,5% del loro pil, mentre la richiesta di cibo raddoppierà per l’incremento della popolazione», ha scritto il giornalista Marco Grieco, sul sito Wired.it .
La buona notizia però, secondo Grieco, è che «il continente ha un grande potenziale nell’Ai applicata al settore agricolo: 17 delle 30 agricolture più veloci al mondo sono africane».
In questo senso, il direttore per l’agricoltura e l’agroindustria presso la Banca africana di sviluppo, Martin Fregene, ha affermato che «gli approcci convenzionali alla produzione alimentare non sono più in grado di tenere il passo con le richieste dei sistemi alimentari in rapida crescita dell’Africa e con l’impatto del cambiamento climatico sull’agricoltura», perciò, continua Fregene, «il futuro dell’agricoltura è basato sui dati» e «le innovazioni tecnologiche e la digitalizzazione offrono un’opportunità per la trasformazione dell’agricoltura africana per produrre rese più elevate, maggiore valore aggiunto e cibi più nutrienti su scala più ampia».
Secondo Jakovljevic, ci sono diverse applicazioni della tecnologia digitale sull’agricoltura, ad esempio «attraverso sensori o tramite il campionamento del suolo», si può avere un’agricoltura più efficiente, contribuire ad un uso migliore delle risorse naturali del continente e può anche assistere ad azioni umane come la semina o il raccolto. Aggiunge Jakovljevic, «l’Ai permette ai coltivatori di raccogliere e immagazzinare dati, per una migliore elaborazione e analisi della situazione: la robotica agricola, il monitoraggio del suolo e delle colture, e l’analisi predittiva sono tutte soluzioni possibili».
Infatti, i rapporti dell’African Development Bank, Food and Agriculture Organization (FAO), e il Consultative Group for International Agricultural Research (CGIAR), segnalano che «utilizzando i dati satellitari, gli agricoltori possono monitorare la salute delle colture, la qualità del suolo e l’utilizzo di acqua e fertilizzanti. I sensori, l’automazione e l’apprendimento automatico consentono l’adattamento di operazioni agricole più precise per luoghi e condizioni specifici. I sistemi di pagamento digitale, le assicurazioni sugli indici e le piattaforme mobili aiutano a connettere gli agricoltori ai mercati e ai servizi finanziari».
Le smart technology: alcuni esempi fra i Paesi africani
Secondo il post di Grieco:
- In Kenya, l’agritech o tecnologia agricola; «lavora sui modelli predittivi creando rete tra le piccole fattorie. Viene utilizzato il Sistema Dews, che utilizza i dati raccolti in 30 anni di monitoraggio e le evidenze fisiche del suolo per realizzare modelli predittivi sulla siccità. Sulla base dei trend meteorologici e l’analisi dei nutrienti del sottosuolo, questa tecnologia di machine learning è in grado di fornire scenari con un tasso di precisione fra il 75 e il 98 per cento».
- In Nigeria si sta usando Zenvus per l’agricoltura di precisione, «con l’ausilio di un Gps, un hardware analizza i dati di un terreno, come la temperatura, i nutrienti e il tasso di umidità per aiutare gli agricoltori ad applicare il fertilizzante giusto e irrigare in modo ottimale il terreno. Lo scopo di Zenvus è duplice, perché oltre a essere una preziosa fonte di dati, forma i contadini locali sulle caratteristiche dei terreni».
- In Uganda, la Farmers Companion App di Google, con un’app gratuita per smartphone «raccoglie i dati sullo stadio di sviluppo del parassita, ne traccia il profilo di pericolosità, infine propone trattamenti mirati, pianta per pianta».
In fine, gli agricoltori africani, con l’utilizzo di droni e app, aggiunge Grieco, «sfruttano i dati per rendere i terreni più fertili e le colture più resistenti attraverso l’impollinazione e l’allevamento mirato».
L’Ai in Africa, quindi, è tutta una scommessa in consonanza con l’obiettivo 2 dell’Agenda 2030, pensata dall’Onu per lo sviluppo sostenibile del pianeta, vale a dire, sconfiggere la fame: «porre fine alla fame, raggiungere la sicurezza alimentare, migliorare la nutrizione e promuovere un’agricoltura sostenibile».
In fine, per sapere di più su come viene usata l’intelligenza artificiale (oltre l’agricoltura), in seguito un’illustrazione di europarl.eu.
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