09 Feb 2022

“L’amica geniale. Storia di chi fugge e di chi resta”: storia di due amiche, ma anche di un’epoca

La nuova regia di Daniele Lucchetti riprende le atmosfere drammatiche e malinconiche del precedente regista. Il pubblico sembra gradire

Amicizie che viaggiano sul limite tra affetto e competizione sono abbastanza comuni, in particolare quelle femminili. Un esempio? Lenù e Lila de “L’amica geniale. Storia di chi fugge e di chi resta”, terzo capitolo della quadrilogia nata dalla penna di Elena Ferrante, ha visto nuovamente sul piccolo schermo Margherita Mazzucco e Gaia Girace (rispettivamente Lenù e Lila) protagoniste dell’omonima serie TV Rai e HBO diretta da Daniele Lucchetti a partire dal 6 febbraio. Quattro puntate da due episodi ciascuna accompagneranno le serate televisive di milioni di italiani.

Dove eravamo rimasti?

La prima puntata riprende esattamente dal finale lasciato in sospeso della seconda stagione. Troviamo Lenù, ormai la famosa Elena Greco, autrice del suo primo romanzo e alle soglie del matrimonio con un rispettabile professore conosciuto all’università di Pisa. La sorte non ha invece sorriso a Lila, semplice operaia di un salumificio costretta a lavorare a condizioni durissime, nonché mamma del piccolo Gennaro.

Entrambe affronteranno i cambiamenti che hanno travolto gli anni Settanta del secolo scorso. Tra lotte operaie, rivolte studentesche, emancipazione femminile e scontri tra fascisti e comunisti, le ragazze manterranno la loro amicizia salda, benchè sancita da opportunità che coglieranno o meno e che potrebbero minare il loro affetto reciproco. “Quella tra donne può essere un’amicizia molto difficile. È complicato trovare ragazze davvero felici per le soddisfazioni e i successi delle amiche”, afferma Gaia Girace in un’intervista a Telesette (di Eduardo Castaldo).

Per tutte le puntate si mantiene questo parallelismo tra la storia delle due ragazze da una parte (ormai diventate donne velocemente a causa delle loro vicissitudini) e la storia dell’Italia e, in parte, anche di Napoli, città natale delle protagoniste, dall’altra.

Tra fedeltà e interpretazione

Nuovo regista è Daniele Lucchetti, che è riuscito a mantenere le stesse atmosfere drammatiche e malinconiche di Saverio Costanzo, regista delle prime due stagioni (è rimasto nel cast nel ruolo di sceneggiatore, insieme alla “misteriosa” Elena Ferrante).

Rimane evidente la fedeltà della trasposizione televisiva al romanzo, voluta appositamente già da Saverio Costanzo e mantenuta da Lucchetti.

“Per un regista è una vera sfida entrare in una serialità già rodata. Ritengo, però, di essere riuscito a imprimere la mia impronta” (Lucchetti a Telesette). “Negli ultimi anni le serie TV hanno sempre più un’impronta cinematografica e i prodotti sono sempre migliori, come nel caso de “L’amica geniale”. È però un lavoro davvero impegnativo. Ora torno al mio cinema”.

Per quanto qualche modifica sia stata fatta, il testo non è stato stravolto e la coerenza è rimasta intatta. È frequente sentir dire “mi è piaciuto di più il libro, il film non ha reso”, a causa di modifiche effettuate dai registi o meno. In questo caso la fedeltà è stata premiata, nonostante alcune tematiche potrebbero essere interessanti da analizzare ma che, al momento, sono state taciute nella serie (a titolo esemplificativo, il tema dell’omosessualità).

In ogni caso, il pubblico da casa sembra gradire la serie di casa Rai. Dopo il festival di Sanremo, la Rai continua a mantenere i suoi ascolti alti. Infatti, questa prima puntata ha portato lo share al 20,6%, pari a poco più di quattro milioni e mezzo di spettatori. Seconda solo a “Che tempo che fa” su Raitre che ha totalizzato un 25,4% di share grazie all’intervista condotta da Fabio Fazio a Papa Francesco.

Ma i due programmi non si sono naturalmente messi in concorrenza considerato il diverso orario a cui sono stati trasmessi. Non resta che vedere se questi risultati rimarranno stabili anche per le successive puntate della serie. Valutate le premesse di questa prima puntata e il successo delle precedenti stagioni, si presume che il pubblico rimarrà soddisfatto per le prossime domeniche.

 

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