La pace in Ucraina evocata dalle piazze

Il popolo dei pacifisti si è riunito al centro di Roma per chiedere l’interruzione del conflitto in Ucraina. E nasce una rete di solidarietà anche oltre i nostri confini

Rosi

Sui social e sui media alcuni si chiedono dove siano finiti i pacifisti. “Nelle piazze” risponderebbero loro. In tanti paesi infatti le persone stanno manifestando per chiedere la pace in Ucraina. A Roma, i manifestanti si sono riuniti in piazza Santi Apostoli, sabato 26 febbraio.

Sul palco della manifestazione lo slogan, tra i colori della bandiera della pace, sintetizza: «Contro la guerra per un’Europa di pace». Tanti i cartelli e gli striscioni che chiedono a Putin e alla Russia lo “stop” di questo sanguinoso conflitto. Durante la mattinata è intervenuto il segretario generale della Cgil Maurizio Landini, che ha sottolineato l’importanza di scendere in piazza: «Non possiamo accettare che la guerra torni a essere uno strumento di regolazione tra gli stati. Le persone non vogliono accettare che questa sia la logica».

Landini ha tenuto vivo il senso di coesione con i manifestanti nelle altre città: «Dobbiamo abbracciare chi nel mondo sta manifestando, a partire da chi viene arrestato in Russia» e ha aggiunto: «Finché non ci sarà il ritiro delle truppe non possiamo abbassare la guardia. Non basta essere solo pacifisti; bisogna essere contro la guerra». Qualche parola è stata spesa in ricordo di Gino Strada, il quale sottolineava come la guerra fosse lo strumento più disumano. «La guerra la pagano i popoli» ha chiosato il segretario della Cgil, «una guerra pensata da chi è contro l’autonomia dei popoli». L’invito finale è a non smettere di far sentire la propria voce perché «il rischio di una guerra nucleare è concreto» e in particolare «perché vogliamo affermare un altro modello sociale».

I manifestanti a piazza Santi Apostoli a Roma

È una presa di posizione netta quella dei manifestanti. Tuttavia sui media e i social – nonostante la tragicità di un momento come quello che sta affrontando l’Ucraina e il continente europeo – alcuni si lanciano nell’ironizzare sull’incisività di chi promuove il disarmo, un tentativo di creare una polemica fuori luogo in un clima già teso. L’abitudine di non considerare minimamente i pacifisti e le loro richieste in tempo di pace si trasforma, in tempo di guerra, in un rimprovero per un mancato apporto concreto alla risoluzione del conflitto, come se essi fossero chiamati a questo o il conflitto fosse un loro personale fallimento piuttosto che della politica internazionale.

Tuttavia chi sceglie di schierarsi dalla parte del pacifismo o, in ogni caso, contro la guerra e ogni forma di militarismo, sta dimostrando anche in questi giorni di potersi svincolare da queste polemiche e provare a incidere con la propria presenza e la propria voce. Per primi, i cittadini russi che stanno manifestando a San Pietroburgo e mettono in conto il forte rischio di essere arrestati e rinunciare alla propria libertà per avere espresso dissenso contro le autorità. In molte città europee i manifestanti continueranno a opporsi all’invasione dell’Ucraina da parte della Russia.

Manifestanti ucraine chiedono con cartelli la fine della guerra in Ucraina

La manifestazione romana, convocata dalla Rete Italiana Pace e Disarmo, è stata promossa da 40 organizzazioni e ha visto l’adesione di 102 movimenti e di una decina di partiti. Numerose e diverse le organizzazioni presenti, come si può vedere dalle bandiere e dagli striscioni: Cgil, Cisl, Uil, Emergency, Libera e tanti altri. Ma la presenza più significativa è stata certamente quella della comunità ucraina, commossa e unita nel chiedere  la pace per i propri connazionali.

condividi su