I dati Istat del 2023, mostrano il flusso squilibrato tra migranti interni ed esterni in Italia, che appare divisa in due: da una parte il Nord con la popolazione che cresce e attrae, dall’altra con il Sud che emigra e invecchia.
Nel Mezzogiorno (Sud) si registra un vero e proprio esodo: 407mila persone hanno abbandonato le loro città meridionali per trasferirsi altrove in Italia. Un saldo migratorio interno negativo che al Sud perde circa 63mila abitanti. Le regioni più colpite da questo fenomeno sono Basilicata, Calabria, Molise e Campania.
Al contrario, il Nord vive un aumento della popolazione: 842mila trasferimenti verso i comuni settentrionali contro 785mila partenze. La popolazione del Nord ha quindi un saldo positivo di 57mila unità. Le regioni più attraenti sono l’Emilia-Romagna, il Friuli-Venezia Giulia e il Trentino-Alto Adige.
I dati dell’emigrazione
Nel 2023, 142mila italiani hanno lasciato il Paese e ora vivono nel Regno Unito (22%) e nella Germania (22%), in Svizzera (8,2%) e in Francia (7,2%). L’Italia è a due velocità non solo per quanto riguarda e migrazioni interne, ma anche per quelle oltre confine: il Nord e il Centro si confermano infatti come motori dell’emigrazione italiana, la gente del Nord e del Centro Italia emigra all’estero (più del 5 per mille) più spesso che al Sud (3,4 per mille).
Quali sono le ragioni di questo divario? Lavoro, opportunità, qualità della vita: sono tanti i fattori che spingono gli italiani a spostarsi verso il Nord e a cercare fortuna all’estero. Comunque le migrazioni interne e quelle esterne sono un fenomeno sociale molto complesso, richiedono un intervento politico e una strategia economica finalizzati a ridurre le disparità demografiche del Paese.