
“An ecology of mind” è un’opera di squisita sensibilità, un omaggio della figlia al padre e un regalo prezioso per quanti sono stati “contaminati” – nello svolgimento dei propri studi e delle proprie attività – dal pensiero “sistemico” di questo grande antropologo (più che altro psicologi, sociologi, comunicatori, medici, educatori, linguisti).
Le relazioni non finiscono mai, vanno oltre la soglia della fisica realtà, per questo durante la visione del film era come se questo “immenso” scienziato, quest’uomo generoso e illuminato, fosse seduto ancora lì accanto a noi a sussurrarci instancabilmente di guardare sempre le cose da prospettive nuove, di non rassegnarci al già noto, invitandoci a scoprire altre vie per arrivare ad una visione più alta e omnicomprensiva, a cercare punti di unione più che punti di separazione tra cose, persone, sistemi.
Ricordandoci come sia importante ritrovare la risonanza vivamente impressa nella meravigliosa mente aperta dei bambini, ancora non mutilati dai processi normativi, per cogliere connessioni e aperture. Facendoci riflettere sul fatto che le relazioni – piccole e grandi – conservano il medesimo principio dell’influenza reciproca e perciò ci parlano di una sorta di ‘”ntelligenza sistemica” (come anche una mancanza di intelligenza sistemica) che crea quella straordinaria danza che chiamiamo conoscenza.
Cosa ci ha voluto dire “Gregory”(come lo chiama affettuosamente la figlia)? Molte cose sicuramente, ma una fra tutte – e forse la più importante – ampliare la portata della nostra domanda, aumentare la capacità di visione dell’insieme, zoomare più in là. Grande Bateson. Con il suo scanzonato e irriverente sorriso, ha fatto impallidire generazioni di scienziati specializzati e chiusi nel recinto dei loro dipartimenti stagni, fatti di conoscenze esatte, ma divise. Bateson cercava il principio organizzatore e unificante della vita (e, chissà, forse di Dio) nelle sue infinite espressioni e l’aveva intuitivamente trovato proprio nell’osservazione stessa della natura, come sistema complesso, denso di relazioni interconnesse e interdipendenti. Un sistema affascinante e continuamente cangiante, dinamico e articolato, in grado di modificarsi costantemente alla ricerca di un equilibrio che risulta stabile nella sua incessante instabilità. Perché, in fondo, così è la vita.