Dopo la caduta del muro di Berlino, il sistema
democratico è stato introdotto in Africa. L’africa ha conosciuto le catene della
colonizzazione, la lotta nazionalistica per l’indipendenza e i regimi totalitari
post-indipendenza. Ecco il terreno su cui i partiti politici si sono
collocati. Sono passati 25 anni dal “discorso di La Baule”, con il quale i presidente francese Francoise Mitterand invitò l’Africa alla democrazia, durante la sedicesima conferenza dei Capi di Stato dell’Africa e di Francia. Più che un invito è stato un ordine politico ai presidenti africani. Quale maturazione
democratica si può osservare nei paesi dell’Africa del centro e dell’est? La
democrazia ha generato uno sviluppo politico e sociale ? Sul terreno politico
africano la democrazia è stata un successo o un fallimento?
La situazione politica in questa zona dell’Africa è
abbastanza inquietante. Se la Tanzania riesce a mantenere la democrazia
regolarmente senza sangue versato, è un successo dei leader come Nyerere, o come
Kenyatta in Kenya e Senghor in Senegal. Invece, in Uganda il Presidente
Museveni è al potere da 29 anni e si prepara a farsi eleggere per la quinta
volta. In tre paesi dei Grandi Laghi, Burundi, Congo democratico e Rwanda,
parlare di elezione significa risvegliare demoni di violenza. Le istituzioni
sono instabili. Ogni passaggio di potere è diventato motivo di una guerra di più.
Questa situazione interroga.
La prima domandaquale modello di democrazia
è stato proposto all’Africa. Quello americano? Francese? Inglese? Come si
preparano le costituzioni africane? Tante legge fondamentali africane
s’ispirano alle costituzioni occidentali. Però, gli ambienti sono diversi: la storia, la
cultura, gli atteggiamenti, la maturità politica. La democrazia è frutto della
cultura di un popolo. Essa dipende dalla civiltà di un popolo, dagli usi e
costumi, dalla composizione sociale e dai rapporti tra i vari gruppi che lo compongo.
Pertanto, la venuta della democrazia ha peggiorato le
crisi del post-indipendenza.
Guardando da vicino si vede che democrazia significa lotta
e guerra; la democrazia chiama la giustizia sociale per chi si è sentito, da anni,
oppresso. Migliaia di persone sono morte in conseguenza al movimento democratico
in Rwanda, in Congo, e stanno ancora morendo oggi in Burundi. La democrazia è
diventata un’occasione di vendetta giustificata. È stata considerata
favorevole a una maggioranza etnica o sociologica e contraria alla minoranza.
Una tale concezione ha parcellizzato la struttura sociale.
In questi Paesi, i presidenti eletti, se non sono stati
uccisi, si sono mantenuti ad vitam
aeternam. Accomodano, davanti agli occhi dei “padrini” europei le
costituzioni per mantenersi al potere. Chi
piace di più rimane, chi non piace va cacciato via.
La democrazia sta perdendo
della sua sostanza!
Infatti, questa democrazia imposta e assolutizzata non ha
permesso l’instaurazione della better
governance, non è riuscita a unire la società divisa dalla colonizzazione e
dai regimi militari e dittatoriali che la hanno preceduta. La democrazia era una priorità in Africa? Era
proprio questo il migliore sistema politico nella situazione africana del
momento?