Si potrebbe definire un lavoro
cantautoriale quello dei Freschi Lazzi & Spilli che, compatti come una
famiglia, Venerdì 17 al Contestaccio di Roma e Sabato 25 Febbraio all’MMB di Napoli hanno presentato il loro
ultimo album Bambini con la barba. L’ironia “alla Freschi” delude i fans
a metà, o meglio direi che li bluffa, perché dopo uno stile mantenuto per quasi sette anni, il vento sembra essere cambiato, ma solo nel contenuto.
Bambini con la barba è la fusione perfetta di tanti esperimenti cantautoriali
scherzosi che, diventati maggiorenni, prendono le sembianze di una canzone che
sa stare in piedi e sa camminare da sola, anche mettendo da parte l’ironia (all’occorrenza).
L’amore (quello “che nulla amato amar perdona”) apre l’album
con una traccia che sa di una specie di dichiarazione d’amore che non puzza
né profuma, ma possiede un Odore suggestivo. È il brano che rompe il ghiaccio, già
fischia la chitarra elettrica, c’è un bel groove e va bene così. Lo stesso odore spesso
porta a dire che ci si è sbagliati in amore, che forse si aveva amato a metà. L’amore
ci porta a confessare quindi le nostre scuse. In Tutte le mie scuse ri-salta (arrangiamento
musicale compreso) tutta la bellezza di un uomo (o un di ragazzino) che a
braccia aperte ammette di aver sbagliato in amore, e lo fa con tutta l’innocenza
e la trasparenza possibile.
Pelle Azzurra e Formica stanno come
a dire ai propri ascoltatori “la nostra scrittura raccoglie anche storie che
hanno spessore, andavano bene brani vecchi come Luna e AmamiIveco, ma qui c’è dell’altra
stoffa”. La prima è una dolce dichiarazione d’amore (immaginario alla Fabio
Concato). Poi il lasciarsi e poi il riprendersi; il tutto circoscritto da bel
sound soul. L’altra è una scossa ad essere una formica nella vita “in questo mondo fatto
solo di cicale”. Tutti quasi invidiano la cicala, che effettivamente sembra
se la passi meglio in certi momenti della vita; ma cosa succederà poi “quando il freddo ti prende”?
Chi l’ha detto che se non c’è l’accordo
in minore il brano non è sufficientemente introspettivo? A piedi nudi è la perfetta
dimostrazione che si può scendere nel profondo anche con un mood spensierato da
canticchiare con il braccio fuori dal finestrino. Il senso è: quando ne sei
convinto, fai comunque quello che devi fare anche se “ti guardano addosso” e
credono che ci sia uno per strada che addirittura cammina scalzo e “non ha paura
del raffreddore”. Più che A piedi nudi direi A muso duro.
Spaccano a metà la tracklist dell’album
i brani Navicella e Quando una canzone non basta che sono rispettivamente i
primi due singoli dell’album. Un orecchio professionale li avrebbe subito
evidenziati come brani “che tirano”: belli, simpatici, carini, radiofonici e
banali. Ma cosa si fa quando una canzone non basta? Ok “scappo ho parcheggiato
in divieto di sosta” ma poi? Come si risolve la questione una volta che si
scappa? Così tanto banale il brano non è. Altrettanto intrigata è la
descrizione di una relazione sentimentale in Navicella quando il quesito
diventa: è vero o non è vero che “vuoi bene più al tuo gatto che a me?”: sputala questa verità!
Bambini con la barba è una maschera
per raccontare storie adulte dal retroscena innocente e allo stesso tempo storie
di bambini che contengono già un Sé adulto (come direbbero gli psicologi) piuttosto
sviluppato. Badiamo bene, esattamente in questa microfessura si inserisce Cose
che non voglio, il dialogo Jazz Funky interno di un bambino un po’ cresciuto
che fa a botte con ciò che è, e scalcia già in lui l’adulto del domani – ha perfino
già la barba (il bambino). Il disco si chiude con Un finale, per l’appunto la
descrizione di un finale piuttosto esistenziale supportato da un mood
malinconico vagabondo.
Il pezzo forte dell’album è senza
dubbio Maestra che ripercorre in un flashback tutti i trascorsi di un adulto ancora
purtroppo alle prese con le proprie paure da ragazzino. Il testo cantato con
dolcezza estrema ma convinta, porta alla luce tutta la bellezza dell’innocenza
di quando si è inconsapevoli, anche dei propri talenti. Il bambino cresce ed ha voglia di riscattarsi. Qual è l’epilogo del brano? Il brano in crescendo
esplode in un solo di sinth prima di concludersi.
L’album ci regala ben due bonus track. Nel fare musica
la band ha saputo anche vedere la vita con gli occhi di chi non sempre è
disposto a scherzare, ed è il caso di Abbraccialo per me, brano omonimo al film di
Roberto Sindoni. La storia è quella di Francesco, un ragazzo con disabilità
intellettiva e quindi considerato “matto”, ma con la grande passione per la
musica e con il sogno di diventare un musicista. A concludere il tutto una
nuovissima versione di Storie con le favole, non un inedito ma una new version
di un vecchio brano, questa volta degno da far da spalla ad uno alla Elio e Le
Storie Tese.
Dire le cose vere non vuol dire per
forza raccontarle seriamente. Questo può accadere solo se necessario. Album coraggioso e sbarbatello. Voto
8+