“Capri-Revolution” di Mario Martone: un film sulla ricerca di una vita diversa

Il film chiude la trilogia sulla storia del nostro Paese e tratta temi profondamente attuali

Tra i registi italiani tornati, purtroppo, a mani vuote da Venezia 75 c’è anche Mario Martone con Capri-Revolution. Il film, che chiude la trilogia sulla storia del nostro Paese (dopo “Noi credevamo” e “Il giovane favoloso”), è ambientato nel 1914 e narra dell’incontro tra una giovane capraia di nome Lucia (Marianna Fontana), una comune di intellettuali guidata da Seybu (Reinout Scholten van Aschat) e il medico del paese (Antonio Folletto).

Sullo sfondo una Capri arcaica, selvaggia, dominata da rocce, piante e animali. L’isola di inizio ‘900 diventa, così, la meta ideale di artisti, rivoluzionari russi (da ricordare la presenza di Lenin e Gor’ki in quegli anni) e medici che coltivano gli ideali di libertà e progresso.

 

Ed è proprio in questa ricerca di una vita diversa che si pone Lucia, la quale si ribella ai fratelli autoritari ed entra a far parte della comune naturista e libertaria di Seybu (gruppo ispirato a quello del pittore e utopista tedesco Karl Wilhelm Diefenbach).

“Di Diefenbach era interessante soprattutto la scelta di praticare l’arte dentro una radicale rivoluzione umana, in cui il rapporto con la natura diventa centrale”, dichiara Martone riguardo all’idea che ha ispirato il film. Tuttavia, la base storica non è rilevante e i fatti vengono rielaborati con grande libertà da parte del regista.

Ciò che è importante cogliere piuttosto è il cammino verso l’indipendenza e l’emancipazione iniziato dalla giovane, che preferisce gli artisti “sognatori”e utopisti al medico socialista che si offre di aiutarla a diventare infermiera.

Quella realtà parallela,infatti, la incuriosisce e la fa sentire finalmente libera da condizionamenti culturali.

 

Tra i temi profondamente attuali trattati in questo lungometraggio ricordiamo: il rapporto uomo-natura, società-individualismo, tradizione-rivoluzione, pacifismo-guerra e i concetti di libertà, utopia e spiritualismo.

Non mancano, tuttavia, espliciti riferimenti al mondo dell’arte: i membri della comune che danzano nudi in cerchio ricordano il celebre dipinto di Henri Matisse, “La Danse”, mentre la scena del sacrificio del cervo rimanda ad uno dei quadri dello stesso Diefenbach (“Du sollst nicht toten).

A dare forma al film ci sono, poi,la danza e le musiche che con il loro straordinario potere vivificano e armonizzano i rapporti umani.

Con Capri-Revolution, Martone parla direttamente alla nostra epoca e dà vita ad una pellicola che vuole essere “una trasfigurazione sul valore rivoluzionario dell’arte”.

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Sceneggiatura: Mario Martone, Ippolita di Majo

Fotografia: Michele D’Attanasio

Montaggio: Jacopo Quadri, Natalie Cristiani

Scenografia: Giancarlo Muselli

Coreografia: Raffaella Giordano

Musica: Sascha Ring, Philipp Thimm

Paese: Italia, Francia

 

 

 

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