23 Feb 2016

Carol e Thérese, l’amore nonostante tutto

L'ultimo film di Todd Haynes racconta un dramma intimistico, la ricerca dell'identità e dell'emancipazione, più ancora che la condizione omosessuale delle protagoniste

«Mia
cara, niente accade per caso e tutto torna al punto di partenza»; questo
l’incipit della lettera che la protagonista del nuovo film di Todd Haynes, Carol, interpretata
da un’indimenticabile Cate Blanchett, scrive alla propria amata. Un dramma intimistico, che vede come nucleo della
vicenda una donna di mezza età, Carol, e la giovanissima Thérése e la loro
storia d’amore.

Al centro della storia sono due donne, che devono
trovare un altro posto nel mondo. Passione, libertà, emancipazione e ricerca
dell’identità al centro dell’intreccio, più che la sola tematica
omosessuale.

La pellicola è ambientata nell’America degli anni ’50, un periodo
storico particolarmente delicato, dove poter seguire la propria natura equivaleva a combattere contro il giudizio morale
dell’epoca. Le protagoniste sono omosessuali, di età e ceto diverso. In maniera diversa e con la
propria indole vivono con posatezza, ma allo stesso tempo con passione, la loro
relazione. Una storia d’amore in cui Carol dichiara alla compagna: «Ci
siamo concesse il più straordinario dei regali», ma che appunto, per la diversa
condizione di partenza, viene affrontata da due punti di vista diversi.

Carol
agli occhi della società e di suo marito
deve essere una madre e una moglie che
rispecchi i canoni della “normalità”. Invece la donna si trova a dover
convincere se stessa, ma soprattutto il mondo esterno di quel che vuole
realmente. A tratti lucida e in altri momenti persa nello sguardo di Thérèse,
l’affascinante signora torna a dover rendere conto ai suoi impegni presi. «Tu
cerchi una soluzione perché sei giovane», dice all’amata, cerca di chiudere la
relazione per il suo bene, va in cura da un
dottore, ma il suo cuore sta realmente altrove.

Così, mentre trova il coraggio di
faree delle scelte sofferte, durante la sua lontananza la giovane
compagna, prima bisognosa di sicurezze, diventa donna anch’essa. Le due si
ritrovano unite dallo stesso amore di prima, pur se in un nuovo equilibrio.

Per
questo il regista, già vicino alla tematica con
Lontano dal Paradiso e
con la serie televisiva Mildred Pierce, opta per un punto di vista più
giovane e per far sviluppare la vicenda attraverso il flashback di Thérèse. Una struttura a cerchio che avvolge
un quadro, dall’atmosfera delicata, elegante e allo stesso tempo intensa.

La magia della fotografia, quella delle inquadrature sbiadite anche
grazie alle ripresa a 16 mm, riproducono e ci fanno
calare in un clima di altri tempi. Scelte eleganti anche per le scene di intimità tra le due donne, al
confronto con altri film recenti, sempre di contenuto lesbo, come ad esempio La vita di Adele. Ci sentiamo avvolti,
catturati e piacevolmente rapiti dalla vicenda grazie ad un ritmo lento, alla
preziosa scelta musicale, ma soprattutto alla bravura sconvolgente e al
magnetismo di Cate Blanchett, che compare anche tra i produttori
esecutivi. Rooney Mara, nonostante la grandiosità della coprotagonista, si è conquistata con la sua bravura (e le sembianze alla Audrey
Hepburn) il premio all’interpretazione femminile al Festival di Cannes.

La pellicola,
tratta dal best seller di
Patricia Highsmith The price of salt, si è
guadagnata meritatamente 5
candidature ai Golden Globe ed ha incantato il suo pubblico “per una questione
di sguardi”.

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