Carta di Leuca: pace e unione per un Mediterraneo ferito

La sesta edizione della Carta di Leuca si terrà tra l'8 e 14 agosto 2021. Nel frattempo, Diocesi come quella di Ugento - Santa Maria di Leuca si attivano con progetti ed eventi preparatori

Foto: Carta di Leuca

Un vero e proprio laboratorio, interculturale e religioso, rivolto ai giovani che vivono nelle diverse sponde del Mediterraneo e che si impegnano nella costruzione di un futuro migliore, valorizzando la custodia del creato, la centralità della persona e la costruzione di percorsi di convivialità, nel rispetto delle differenze sociali.
Questa è la Carta di Leuca che ha come prerogative fondamentali la pace e soprattutto l’unione dei Popoli del Mediterraneo. Questa carta, nata dagli ideali dell’indimenticato don Tonino Bello, si rivolge a chiunque combatta ogni giorno contro violenza, censura, autoritarismo e individualismo: persone, dunque, che si assumono la responsabilità di aprire nuove vie di fraternità e nuovi cammini d’amicizia tra i popoli.
Un evento arrivato alla sua sesta edizione quest’anno.

 

Il percorso della diocesi di Ugento

Quest’anno, tra l’8 e 14 agosto 2021, ci sarà la sesta edizione dell’iniziativa e proprio in queste ultime settimane è importante il contributo della Diocesi di Ugento – Santa Maria di Leuca, impegnata in eventi online i cui temi sono proprio la cura del creato, la tutela della persona, la tutela del lavoro e la lotta alle disuguaglianze sociali.
Eventi, come l’ultimo del 19 maggio 2021, dal titolo, il Pianeta che Speriamo,  contribuiscono ad alimentare attenzione esuggerimenti per il grande evento di agosto, cercando di muovere l’attenzione verso giovani, lavoro e ambiente, il tutto nella piena circolarità di iniziative che ruotano attorno all’integrazione, cura del creato, percorsi di convivialità. Gli obiettivi specifici si vedono già nella locandina dell’evento: una preparazione intensiva alla sesta edizione della Carta.

 

 

La diretta dell’evento “Il Pianeta che Speriamo” di mercoledì 19

 

«Un percorso di inclusione, dove nessuno deve essere considerato scarto, offriamo servizi in collaborazione proprio con la stessa Diocesi […]» – Santa Maria di Leuca  – (n.d.r.). «Il primo obiettivo è quindi quello di inserire nel mondo del lavoro, i ragazzi in difficoltà situati nel territorio diocesano. Questi obiettivi sono raggiunti anche grazie ad attività come l’agricoltura sociale».

 

Vincenzo Chiarello, presidente I.P.A.D Meditteranean (Integration, Peace and Development)

 

Proprio Chiarello è stato uno dei relatori dell’evento del 19 maggio, mettendo così in evidenza come sia seguito il lavoro della Caritas diocesana nel cercare di sostenere progetti sociali come Mediterranean, i cui principi fondanti sono la solidarietà, la democraticità, lo spirito comunitario e soprattutto il legame con il territorio, secondo un equilibrato rapporto con lo Stato e le Istituzioni pubbliche.
Fonti: (Cammini di Leuca; Carta di Leuca.it; Focsiv.it; CoopIpad.it)

 

Il cuore della Carta di Leuca

Il 2016 è un anno fondamentale per la storia della Carta di Leuca; fu proprio in piena estate che la Carta divenne un meeting internazionale, costituito da esperienze di volontariato, incontri ed eventi per sollecitare un maggiore impegno di tutti verso la Pace.
Se l’anno di svolta della Carta è il 2016, la figura di riferimento dell’iniziativa è Don Tonino Bello, pastore particolarmente attento ai temi di povertà e del disagio, ed entrato nel cuore di tutti, non solo di Ugento, soprattutto per alcune prese di posizioni pubbliche come la vicinanza agli operai delle acciaierie di Giovinazzo in lotta per il lavoro e quella più celebre, la marcia pacifica nel 1992 in una Sarajevo sotto assedio, per chiedere con forza la fine della guerra dei Balcani, malgrado la malattia che lo avrebbe portato via un anno più tardi.
La Carta di Leuca riprende proprio lo spirito del vescovo, improntando quindi il suo credo in un impegno costante per contrastare le povertà, le mafie e ogni altra forma di illegalità e di abuso.
Il documento vero e proprio che incarna la Carta è una sintesi delle diverse culture, sensibilità e anche delle diverse fedi religiose a cui i giovani appartengono; la Carta è un appello rivolto ai decisori politici e ai governi, per costruire un futuro di Pace nel Mediterraneo. L’appello viene proclamato dopo una silenziosa marcia notturna – “Verso un’Alba di Pace” – questo è il suo nome, che si snoda dalla tomba di don Tonino Bello al Santuario di Santa Maria di Leuca De FinibusTerrae. Fonte: (Avvenire.it)

 

Un nuovo respiro, nell’edizione 2021

“Mediterraneo e pandemia: curare gli sguardi per un nuovo respiro di pace”: sarà il tema della sesta edizione, in programma tra l’8 e il 14 agosto 2021.
L’evento secondo alcune prime indiscrezioni, consultabili nel sito ufficiale della Carta, prevederà la presenza di una delegazione di 30 ragazzi, composta da 10 giovani della Diocesi di Ugento – S. Maria di Leuca, 10 giovani provenienti da una diocesi della Grecia e 10 giovani delle associazioni partner dell’evento, che lavoreranno sulle riflessioni che sono state elaborate nei precenti step di giugno e luglio, preliminari all’evento.
Il tutto avverrà attraversano l’antica Via Sallentina, percorso di origine messapica lungo la dorsale ionica della penisola salentina.
Nei giorni conclusivi, i giovani che avranno partecipato agli incontri preliminari
dell’evento e al cammino lungo la Via Sallentina, potranno vivere il cammino notturno che parte da Alessano e conduce sino a Santa Maria di Leuca, dove sarà proclamata la “Carta di Leuca 2021” con la Celebrazione eucaristica finale.
Il Mediterraneo è la tratta fatale per tanti “figli innocenti” in cerca di aiuto, secondo un rapporto dell’Alto commissariato delle Nazioni Unite sono oltre 500 i migranti morti in questo mare da inizio anno.

Iniziative come la Carta di Leuca sono importanti per ribadire che la cooperazioni tra i Popoli del Mediterraneo devono passare proprio dalla distribuzione di pari opportunità e una distribuzione equa delle risorse. Fonti: (Fondazione Nigrizia; Carta di Leuca.it)

 

 «Noi siamo qui, allineati su questa grande idea, quella della nonviolenza attiva. Noi qui siamo venuti a portare un germe: un giorno fiorirà (…). Gli eserciti di domani saranno questi: uomini disarmati».

Don Tonino Belli, il giorno della marcia a Sarajevo

 

 

 

 

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