Apri gli occhi, prendi il telefono in mano e apri subito Instagram, Whatsapp, Facebook, ecc…, per controllare se qualcuno che ti interessa ha messo qualche post nuovo e mettergli subito un like, se qualcuno dei tuoi amici ti ha scritto qualche messaggio o per vedere se la tua ragazza/ragazzo ti ha scritto un messaggio dolce di semplice buongiorno. Dopo qualche minuto di questa routine mattutina ti alzi per andare a fare la colazione e mentre mangi vai su Youtube, per vedere qualche blog del tuo influencer preferito. Poi decidi di metterti a studiare e ogni mezz’ora, con la scusa del messaggio da parte di qualcuno, ti metti a sfogliare la pagina di Instagram e ti accorgi che tutti i nuovi post sono finiti e che tu hai perso un’altra mezz’ora di tempo senza aver studiato o aver fatto quello che dovevi.
Quanti di voi si sono riconosciuti in queste poche righe?
Grazie al 16° rapporto Censis sulla comunicazione e grazie ai dati che ci offre, possiamo vedere dalle percentuali emerse come il proprio profilo sui social network occupi il 10% della formazione generale dell’identità dei giovani under 30. La percentuale non sembra alta, ma se ci ragioniamo sopra, potremo prevedere un futuro dove la formazione online diventerà fondamentale come oggi lo è la famiglia, perché se vediamo il grafico presentato, sempre da Censis, che riguarda l’utenza complessiva delle varie piattaforme online, possiamo osservare una crescita incredibile, dove per esempio l’utenza di Instagram da 16,8% nel 2016 in soli tre anni ha raggiunto una percentuale di 35,9% nel 2019.
E cos’è Instagram? È una rete sociale, che permette agli utenti di scattare foto o video e condividerle. In questo modo le persone che vedranno queste foto potranno decidere se mettere un like o no. Ciò viene usato come una sorta di giudizio nei confronti di chi ha pubblicato queste foto o video.
Un’altra statistica interessante la possiamo osservare grazie allo studio “l’informazione alla prova dei giovani”, pubblicato a marzo di quest’anno in Italia dall’Agcom. Nella ricerca vengono indicati i media utilizzati per ciascuna fascia di età e viene fuori che l’uso di internet nella fascia 18-24 anni occupa il 53,3%, ma ancora più spaventosa è la percentuale dei giovani appartenenti alla fascia di età 14-17 anni dove la percentuale degli utilizzatori sale fino a 60,4%.
Tutto questo avviene perché i giovani cercano sempre più spesso di rifugiarsi sui social non solo per informarsi o per fare le attività quotidiane, ma anche per “scappare” dalla vita reale e costruirsi un’identità sui social stessi.
La morale di tutto questo viene espressa bene nella conclusione della ricerca Censis: «… e oggi si assiste anche alla crisi dello star system tradizionale: alla “casta” del cinema, lontana e inarrivabile, si sostituiscono i selfie e i like sui social network, i nuovi atelier del successo. Con la conseguente perdita di suggestione di quelle tradizionali figure nei confronti delle quali si generavano processi di imitazione e identificazione».
Ma la situazione non è così drammatica. Ce lo dimostra il commento di Sara Michielin riportato nell’articolo su Young4Young dal titolo “Fsc.shot: su Instagram le storie al tempo del Coronavirus“, dove Sara spiega la motivazione per la quale è stata creata questa pagina Instagram: «La pagina ‘Fsc.shot’ ha la sua radice nell’idea di generare qualcosa di buono, di florido, a partire da un humus all’interno del quale ci siamo trovati ad essere quasi prigionieri durante la quarantena, ossia le nostre dimore, le nostre abitazioni. Tale pagina vuole essere un argine di territorio creativo, un agglomerato di sensazioni, una sorta di installazione virtuale di opere manifestate dagli studenti per gli studenti».
E grazie a questa pagina molti degli studenti della facoltà di Scienze della Comunicazione sono riusciti a spezzare la distanza dovuta alla pandemia.
Un altro esempio lo possiamo vedere nell’articolo di Elisa Zuppante pubblicato sempre su Young4Young, dal titolo “Giulia Arpino: ecco perché, oltre che sulla pedana della scherma, mi metto in gioco su Instagram“, dove appunto la giovane campionessa Italiana di scherma Giulia Arpino afferma «Mi piace vedere Instagram come un gigantesco album virtuale della mia vita e dato che devo alla scherma la persona che sono, mi fa piacere vedere foto di gare ed allenamenti che mi ricordano delle forti emozioni. Ho il profilo di Instagram privato e solitamente accetto solo persone che conosco e/o che condividono la passione per lo sport, quindi penso che anche i miei followers possano capirmi, vedendo delle immagini scattate mentre pratico la mia disciplina».
L’affermazione del Decano della FSC in una delle comunicazioni ufficiali mandate tramite mail ai ragazzi esprime la seconda morale: «A volte mi capita di camminare per le aule vuote della FSC e comprendo come gli spazi, le architetture, le cose e gli oggetti sono in funzione di qualcuno, se questo qualcuno non c’è tutto perde completamente senso. Speriamo in tempi nei quali possiamo tornare a condividere la vita insieme, anche se l’esperienza di questa didattica online ci sta facendo capire molte potenzialità che dovremo sfruttare meglio anche in futuro»