07 Feb 2019

Come si cambia in 10 anni? Ecco cinque storie e cinque canzoni: cercate la vostra

È bello ritrovarsi nelle parole di qualcun altro, immedesimarsi in una canzone, o in un racconto. È bello ascoltare le storie degli altri e magari scrivere la propria

Nel mio ultimo articolo ho lanciato una “sfida”: raccontarsi, ripercorrendo gli ultimi dieci anni della propria vita. Alcune persone hanno partecipato a questa 10 years challenge rivisitata. Le storie che ho letto mi hanno colpita e stupita allo stesso tempo. Storie diverse che hanno qualcosa in comune: il cambiamento. Nessuno in questi anni è rimasto completamente uguale. Il cambiamento, che al giorno d’oggi fa paura. Fa paura perché cambiare ci allontana dalla quotidianità, ci mette in movimento verso altro, e non sappiamo se sarà meglio o peggio della nostra condizione attuale. Ma il cambiamento è necessario per vivere, nessuno può vivere stando fermo. Il rischio è questo: non sentire la necessità di cambiare, di migliorare. Spesso ci si sente “arrivati”, o ci si adagia vivendo in una situazione che non ci sta bene, ma alla quale ci siamo arresi. Quante opportunità si perdono stando fermi

Ogni persona ha la sua storia di vita, sarebbe bello se ognuna di queste storie venisse raccontata in un film, dove si vedono anche i “dietro le quinte”. Proprio come nella creazione di un film, ci sono delle parti nella vita di ognuno di noi che non si vedono mai. Nei film quelle parti vengono eliminate, nella realtà no. Anche le parti che gli altri non vedono, noi le vediamo tutte, e non le possiamo cancellare. Credo che i “dietro le quinte” non siano necessariamente qualcosa da rimuovere. Al contrario, i dietro le quinte della nostra vita possono rivelarsi la parte fondamentale, che quando ci guardiamo indietro ci fa capire quanta strada abbiamo fatto. 

Tutte le parti della nostra storia che noi vorremmo eliminare nascondono chi siamo davvero. 

Sto imparando ad apprezzare e a notare i “dietro le quinte” delle persone, e perché no… Anche i miei! 

Penso che scrivere faccia emergere tutti questi ricordi e tutte queste emozioni che proviamo a nascondere. Allo stesso tempo credo che anche la musica sia utile allo stesso modo. Ad esempio, quando ascolto delle canzoni inevitabilmente penso alla mia storia, e a quella degli altri. Quando cammino per strada con la musica nelle orecchie mi sembra di essere in un film, dove ti imbatti per caso nella storia di tante persone. Storie che probabilmente non conoscerai mai, ma che puoi provare ad immaginare. Mi piace pensare che ognuno di noi abbia una colonna sonora della propria storia di vita, che ci accompagna fedele anche nei dietro le quinte. 

Leggendo le challenge ho provato ad immaginare la storia di ognuna delle persone che ha deciso di partecipare raccontandosi. Sono storie che non verranno mai raccontate in un film (o magari sì…mai dire mai!) ma che possono essere accompagnate da una “colonna sonora”. Che è diversa per ognuno, perché noi siamo diversi, ed è proprio qui il bello. Ma è anche bello ritrovarsi nelle parole di qualcun altro, immedesimarsi in una canzone, o in un racconto. 

Buona lettura…e buon ascolto!

 

«E intanto passa il tempo e tu tralasci l’argomento, assaggi la tua vita ma non sai che sapore ha. Perché tu non vuoi più crescere.» Fabrizio Moro, 21 anni

È assurdo pensare come io abbia potuto decidere e scegliere pur essendo in un tunnel. Nel buio ho barcollato e ho creato un percorso per la mia vita. Ancora più assurdo è che me ne sia accorta solo ora. Ancora di più: dopo dieci anni ci sono voluti solo quattro mesi, un’esperienza, ad aprirmi gli occhi. Mi guardo indietro e sono contenta del percorso che è stato creato dal susseguirsi di decisioni istintive. Ho capito che ciò che mi rende felice, almeno per ora, è spingermi il più possibileal di fuori della mia zona di comfort. Voglio conoscere, sperimentare, amare e vedere ogni cosa come un modo per crescere e migliorarmi. Voglio perdere l’equilibrio per cercarne uno nuovo, più di come io abbia fatto finora. Vorrei avere vent’anni per sempre

 

«Ascolta, non finire come loro, con il cuore sottoterra e con il sogno di un lavoro. Tanto chiediti alla fine “Cosa resterà davvero?” Resterà solo il coraggio di chi in fondo ci ha provato a dedicare spazio solo ai più veri sentimenti.» Ultimo, Wendy.

La me di 10 anni fa era una bambina sempre sorridente e positiva. Con tanti sogni nel cassetto, certa che avrebbe realizzato. 

Una bambina forse un po’ credulona, ma che non credeva molto in sé stessa. Una bambina che si fidava di tutti, piena di fantasia e con tante storie da voler raccontare e scrivere. Una bambina che amava guardare i film con le principesse, sognando di diventare come loro, e di trovare un bel principe azzurro. Oggi, quella bambina è cambiata. Del principe azzurro ancora nessuna traccia, ma in fondo si sa che una vera principessa deve superare tanti ostacoli prima di incontrare il vero amore. Ancora non credo in me stessa, purtroppo, e se dieci anni fa ero una bambina senza paura, oggi posso dire di aver fatto dell’ansia e del panico i miei compagni di avventura. Compagni che mi hanno impedito tante volte di fare grandi passi, o semplicemente di uscire di casa. Oggi non sono più una bambina creduolona che si fida di tutti, anzi, a dire il vero faccio fatica a fidarmi di qualcuno… Perché purtroppo l’esperienza mi ha insegnato che esistono persone che ti deludono e che ti feriscono, anche senza volerlo. Altre che, invece, non hanno problemi a mostrarti la loro cattiveria. Oggi la positività non fa più parte di me, perché in questi dieci anni ho conosciuto il dolore, ho imparato che le cose brutte accadono e non si possono evitare, e che anche nel giorno migliore qualcosa può andare storto. Però sono ancora una creativa. Ma soprattutto, nonostante il mio pessimismo cosmico, sono e sarò sempre un’instancabile sognatrice. Il sorriso, nonostante tutto, non l’ho mai perso perché in questi anni la vita non mi ha risparmiata, ma allo stesso tempo mi ha regalato tante persone che mi vogliono bene, e che nei momenti brutti mi hanno permesso di rialzarmi

 

«Il tempo ti cambia fuori, l’amore ti cambia dentro. Basta mettersi al fianco invece di stare al centro. L’amore è l’unica strada, è l’unico motore. È la scintilla divina che custodisci nel cuore, tu non cercare la felicità… Semmai proteggila.» Simone Cristicchi, Abbi cura di me

Soffermarsi più sul cambiamento profondo della mia personalità, pittosto che quello superficiale del mio fisico, mi ha fatto riflettere. Dieci anni fa aprivo gli occhi la mattina e non vedevo l’ora di conoscere il mondo, oggi apro la porta di casa e ho paura di incontrare solo ostacoli nel mio cammino. Dieci anni fa la mia energia mi portava a sognare l’impossibile, oggi fatico a ricordarmi i miei sogni. Dieci anni fa non accettavo il mio corpo, oggi inizio a sentirmi a mio agio in esso. Dieci anni fa, però, non sapevo molte cose, oggi invece studio per impararne sempre di nuove. Dieci anni da sognavo l’amore del “vissero per sempre felici e contenti”, oggi amo l’idea che il per sempre è ogni giorno. In fondo non è cambiato tanto, ma se sono come sono lo devo alla me di dieci anni fa

 

«Mentre riguardo in uno specchio i segni di chi ero, è il tempo del risveglio, risalgo dal profondo. Dopo aver fatto a pugni con me stessa, credo.» Giorgia, Credo

Mi verrebbe da dire che rispetto a dieci anni fa è cambiato molto. Ma se guardo bene allo specchio, i miei occhi sono ancora gli stessi: con gli stessi sogni, le stesse speranze, le stesse mete. Proverò a raccontarmi al meglio.

Mi ricordo benissimo che dieci anni fa ero a casa di una mia amica, e i miei genitori dopo essere stati all’ecografia, mi dissero che avrei presto avuto una sorellina. Io e la mia migliore amica iniziammo a saltare eccitatissime di avere un nuovo gioco, perché per noi sarebbe stato così, no? Perché io non avevo realizzato che da quel momento tutto sarebbe cambiato, e non per finta, come credevo. Io che, con tre fratelli maschi, ero sempre stata la principessa di casa, avrei perso il mio posto sul trono. Da bambina non realizzi mai quanto è grande il cuore dei tuoi genitori (non lo capisci neanche da grande eh), ma fu per questo che più mia sorella cresceva, e meno i miei genitori mi avrebbero amata. E credo che fu proprio questo che mi portò a convincermi di un sacco di cose. A nove anni io non dissi ai miei genitori degli atti di bullismo che subivo a scuola, di ciò che mi dicevano i miei compagni, di come stavo male e di come, a me, già il mio corpo non piaceva più. Nel corso del tempo questi segreti sono diventati tabù anche per me stessa: non ci pensavo, non perché avessi dimenticato tutto. Da bambina spensierata e felice, con la risata sempre pronta, sono diventata in poco tempo taciturna, timida… A volte sembravo triste, invece pensavo solo a non far rumore. Sai quando le persone evitano di farsi vedere? Ecco. Inevitabilmente, però, il cielo ti manda degli angeli che si accorgono di come stai. Hanno uno strano potere di leggerti dentro. Ecco, in questi dieci anni mi ganno salvato la vita tanti di quegli angeli… Quando ho avuto paura, mi hanno abbracciato. Quando non ho voluto parlare, hanno ascoltato i miei silenzi e quando non ero abbastanza forte da accettare la verità, me l’hanno detta dolcemente. Ho avuto degli angeli che da lontano, mi hanno lasciata sbagliare, e quando si sono avvicinati non mi hanno rinfacciato i miei errori, ma mi hanno presa per mano e mi hanno detto: «Li affrontiamo insieme». In questi dieci anni ho imparato a non maledire nessuna esperienza, perché, come tutti, se sono posta su una strada è proprio perché sono fatta per percorrerla. E ho capito che non è vero che nessuno mi ama, non è vero che ho perso il mio posto, mi ci sono solo tolta di proposito.

 

«A parte che i sogni passano se uno li fa passare, alcuni li hai sempre difesi altri hai dovuto vederli finire. Niente paura, niente paura. Niente paura ci pensa la vita mi hann detto così.» Ligabue, Niente paura.  

Dieci anni fa ero al primo anno delle scuole medie, pensavo di avere il mondo pronto ad aspettarmi. Anzi, volevo avere tutto il mondo pronto ad aspettare solo me. Volevo essere circondata da tante persone che mi volessero bene e che mi ammirassero. Ero molto timida e avevo sempre paura di sbagliare e di deludere tutti. A scuola andavo bene, ma non ho mai raggiunto l’eccellenza. Facevo sport, ma non sono mai stata la migliore. Avevo tanti amici, ma che nel giro di un anno mi hanno scartata. Ma sono già passati dieci anni. Nel frattempo mi sono diplomata, mi sono fidanzata, e ora sono al terzo anno di università. Da fuori si potrebbe dire che adesso ho quasi raggiunto l’eccellenza. Sinceramente non so cosa sia cambiato in questi dieci anni. Fisicamente mi vedo sempre uguale: sono ancora alta 1.58, porto ancora un paio di occhiali verdi e ho ancora i capelli lunghi fino alle spalle. Da punto di vista del carattere, beh, lì forse sono cambiata un po’. Sono ancora timida, ma adesso invece di diventare paonazza, rispondo a tono. Ho ancora paura di deludere tutti, ma ho capito che l’unica che non devo deludere sono io. Ho ancora paura di sbagliare e fallire, e questa è una cosa che mi è rimasta dentro. Ora, però, invece di voler essere circondata da un milione di persone, vorrei avere intorno a me solo quelle poche che mi capiscono alla perfezione, con cui, purtroppo, a causa dei chilometri o della vita frenetica di tutti i giorni, passo davvero troppo poco tempo. Come ultima cosa, scriverò solo un augurio a me stessa, e a tutti gli altro, per i prossimi dieci anni: che i prossimi dieci e infiniti anni siano comunque pieni di meraviglia, di crescita, di emozioni bellebrutte. Che siano pieni di amicizia, di amore, di lauree…E soprattutto di tante creme antirughe e anticellulite! Perché, diciamolo pure, tra dieci anni avrò 31 anni…E in pratica sarò già con un piede nella fossa! 

 

E con l’augurio di questa ultima challenge, volevo ringraziare chi ha deciso di raccontarsi un po’. Parlare della propria storia fa sempre bene. Rimette in ordine le idee, e la vita. 

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