«Le parole possono gettare ponti tra le persone, le famiglie, i gruppi sociali, i popoli. E questo sia nell’ambiente fisico sia in quello digitale. Pertanto, parole e azioni siano tali da aiutarci ad uscire dai circoli viziosi delle condanne e delle vendette, che continuano ad intrappolare gli individui e le nazioni, e che conducono ad esprimersi con messaggi di odio». Nel giorno in cui la Chiesa ricorda San Francesco di Sales, patrono dei giornalisti e della stampa, Papa Francesco diffonde il suo consueto messaggio per la Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali che quest’anno verrà celebrata il prossimo 8 Maggio 2016.
Comunicare con misericordia, creando relazioni, è l’invito che il Papa rivolge a tutti. E lo fa citando un passo de “Il mercante di Venezia” di Shakespeare: «La misericordia non è un obbligo. Scende dal cielo come il refrigerio della pioggia sulla terra. È una doppia benedizione: benedice chi la dà e chi la riceve». La misericordia mette di lato l’orgoglio, mitiga le avversità ma allo stesso tempo ha il compito di ammonire e denunciare cattiveria e ingiustizia.
Chi ha la responsabilità politica e istituzionale di formare l’opinione pubblica – dice il Papa – deve avere il coraggio di orientare le persone e i popoli verso processi di riconciliazione evitando un linguaggio che alimenti conflitti, paura e odio. «Per questo è fondamentale ascoltare. Comunicare significa condividere, e la condivisione richiede l’ascolto, l’accoglienza. Ascoltare è molto più che udire. L’udire riguarda l’ambito dell’informazione; ascoltare, invece, rimanda a quello della comunicazione, e richiede la vicinanza».
Cornice di questo processo umano sono le reti sociali e l’ambiente digitale che quotidianamente abitiamo. «E-mail, sms, reti sociali, chat possono essere forme di comunicazione pienamente umane. Non è la tecnologia che determina se la comunicazione è autentica o meno, ma il cuore dell’uomo e la sua capacità di usare bene i mezzi a sua disposizione. Le reti sociali sono capaci di favorire le relazioni e di promuovere il bene della società ma possono anche condurre ad un’ulteriore polarizzazione e divisione tra le persone e i gruppi. L’ambiente digitale è una piazza, un luogo di incontro, dove si può accarezzare o ferire, avere una discussione proficua o un linciaggio morale».
In un mondo diviso, frammentato, «nettamente separato tra giusti e peccatori» il più grande potere che la comunicazione può esercitare è quello della “prossimità”. «L’incontro tra la comunicazione e la misericordia – conclude Francesco – è fecondo nella misura in cui genera una prossimità che si prende cura, conforta, guarisce, accompagna e fa festa». Un dono di Dio che è anche una grande responsabilità.