05 Nov 2012

Correzioni… fraterne

Messaggio anonimo n. 18

Roma,
Via Po. Sul muro un nome di donna, seguito dalla parola «trota», dove appare evidente come la
seconda “t” copra un’altra lettera. E quindi la correzione sia un nobile
tentativo di salvataggio.

Ci
torna in mente una scritta, vista anni fa: «Cortile
privato. Divieto di parcheggio»,
diventata «Porcile privato. Divieto di porcheggio». E ci fa simpatia la
creatività quando interviene a modificare comunicazioni rigide. Anche se
formalmente corrette. Per cui, più che di correzioni, sarebbe meglio parlare di
corruzioni. A Ferrara restiamo sorpresi ogniqualvolta ci troviamo a passare
sotto la targa stradale di Via Azzo
Novello
: non c’è generazione che rinunci ad anteporre una C (puntualmente
fatta cancellare e puntualmente risorta, come un’araba fenice).

Si
tratta di trasgressioni innocenti, goliardiche, non insultanti. Dove la piccola
quota di volgarità è giustificata dalla voglia di sorridere. Perché rasserenare,
riderci sopra, buttarla in commedia anziché in tragedia, aiuta a vivere (ad
esempio chi, su un muro valdostano, ha reso meno drammatica la
non-corrispondenza d’amorosi sensi scrivendo: «Amare senza essere amato è come pulirsi il c… senza aver c…to»).

In
altri casi la correzione è carognesca. E può essere un messaggio politico: «Padroni in casa nostra», la frase verniciata vicino al grande
prato di Pontida (dal 1990 luogo-simbolo della Lega Nord), dopo le ruberie
venute a galla quest’anno, si è
trasformata in «Ladroni in casa nostra». La
correzione può pure funzionare da messaggio ai rivali nello sport. «La Roma è magica» è stata riveduta e
corretta dai laziali con due aggiunte, prima e dopo: «Se la Roma è magica, Cicciolina è vergine».

Le migliori restano quelle più
imprevedibili, che osano alterare l’inalterabile, cambiando forma perfino ai proverbi
e proponendo una saggezza nuova. Tipo:
«Non rimandare a domani quello che puoi fare… dopodomani».

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